Per la salute conta di più camminare velocemente o la quantità di passi?

Sempre più persone passano una parte della loro giornata camminando. Ma per la salute è meglio camminare a passo svelto o il numero di passi compiuti?

meglio camminare a passo svelto o i numeri di passi?
Scarpe da corsa (Foto di Alexa da Pixabay)

La vita dell’essere umano è diventata sempre più sedentaria. Colpa – se così si può definire – del lavoro, dello studio e della pigrizia intrinseca che ci obbliga a passare moltissime ore della giornata seduti davanti a un computer tra lettere e numeri. Tutto ciò però non porta tanti benefici all’essere umano. Anzi si tende ad assumere posizioni errate che causano dolori alla schiena, tendiniti e torcicollo.

E proprio per questo i più decidono di dedicare una parte della loro giornata al benessere fisico camminando per la città o nei parchi. E su questa attività il mondo si divide in due scuole di pensiero: da un lato i sostenitori del passo svelto, dall’altro quelli che sostengono che è più importante il numero di passi compiuti. Ma solo uno dei due porta, alla lunga, dei miglioramenti significativi.

Numero di passi o camminata veloce? Qual è la migliore per la salute ?

benefici del camminare
Persone che camminano (Foto di Julita da Pixabay)

A prescindere da quale sia il metodo migliore è importante sottolineare come camminare contribuisce a migliorare l’inquinamento visto che durante il tragitto non vengono utilizzati mezzi di trasporto inquinanti (aiutando di conseguenza anche il portafogli). Ma qual è il metodo migliore per la salute? La risposta vi sorprenderà perché entrambi riportano dei benefici. Chi compie 2.000 passi (almeno) al girono riduce il rischio di malattie cardiache, tumori e morte premature. Dopo i 9.000 si riduce il rischio di sviluppare la demenza.

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A tal proposito sono state pubblicate due nuove ricerche su JAMA Internal Medicine e JAMA Neurology. Uno studio innovativo sulla raccolta di dati più accurati sull’intensità della camminata analizzando 78.000 volontari del Regno Unito di età superiore ai 61 anni. Questi sono stati monitorato giorno e notte grazie a un rilevatore per una settimana. Questo ha permesso una raccolta di dati attendibili fornendo ai team tutte le informazioni (più accurate) di cui necessitano. I partecipanti allo studio, poi, sono stati riesaminati dopo un periodo medio che va dai 6 agli 8 anni. Lo scopo? Raccogliere informazioni sulla loro salute circa l’insorgenza di malattie o il loro peggioramento. Ma quello che è emerso è la risposta alla grande domanda se sia più importante il numero di passi o l’intensità.

La risposta è stata che conta di più l’intensità sebbene compiere fino a 10.000 passi porta molti benefici nel prevenire la comparsa di tumori, malattie cardiache e demenza. Dallo studio pubblicato su Jama si evince infatti che i volontari che avevano un ritmo tra gli 80 e i 110 passi al minuto, al controllo, sono risultati più sani. Infatti, a parità di passi compiuti, questi avevano una riduzione del 35% di morire in modo prematuro, il 25% di malattie cardiache e tumori e il 30% di malattie legate alla demenza.

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Per massimizzare gli effetti basterebbe una sessione giornaliera di 30 minuti dove si cammina passo sostenuto. Questa mezz’ora, che deve essere consecutiva, l’accelerata può anche essere graduale. Basta, secondo lo studio, andare un po’ più veloce del normale. L’importante è mantenere il corpo sotto un leggero stress fisico. Per farlo basta affidarsi al talk test: se si riesce a cantare mentre si cammina, si è troppo lenti. Se invece riesci a parlare senza problemi la strada intrapresa è corretta, ma non basta. infatti l’obiettivo è arrivare a parlare con un po’ di fatica. Solo così si può capire se si sta camminando alla giusta velocità mettendo il corpo sotto sforzo, ma soprattutto per avere ottimi risultati a lungo termine.

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