Il rischio idrogeologico rappresenta un problema grave per il nostro Paese e ce ne accorgiamo soprattutto quando ci ritroviamo a dover fare i conti con il maltempo persistente che provoca veri e propri disastri naturali e situazioni di emergenza. Per rimediare alla questione ci dovrebbe essere una maggiore sensibilizzazione ambientale e Legambiente propone di agire in tal senso, coinvolgendo 10.000 giovani volontari, da impegnare in un servizio retribuito della durata di tre mesi, una sorta di servizio civile, che sia utile per la salvaguardia del territorio.
Fra le montagne d’Italia l’Appennino è a rischio idrogeologico e si calcola che l’emergenza maltempo costi 875.000 euro al giorno senza un’adeguata prevenzione per il territorio italiano. In effetti lo stato del territorio in Italia non lascia presagire niente di buono in termini di rischio idrogeologico.
Molto interessante a questo proposito il progetto di Legambiente, i cui esponenti fanno notare:
“La consapevolezza che gli eventi climatici estremi non sono più fenomeni eccezionali ma emergenze con le quali dovremo convivere, ci spinge a promuovere iniziative per la formazione e preparazione dei cittadini, così come avviene in Giappone per i terremoti o negli Usa per gli uragani, affinché si eviti il panico e si agisca con razionalità.”
Legambiente propone di trovare i fondi per iniziative di questo genere, riducendo le spese compiute nel settore della Difesa, mettendo in primo piano, fra le esigenze più urgenti, la conservazione ambientale.
Servirebbero in totale circa 20 milioni di euro per coprire i costi dell’operazione ed avere cittadini più informati e preparati nell’affrontare le emergenze ambientali.