Coopi, energie rinnovabili nel Sud del mondo: l'esempio in Etiopia e Malawi

Energie rinnovabili Malawi
“Miglioriamo il mondo insieme”. Con questo slogan, Coopi, un’organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, fondata nel 1965 da padre Vincenzo Barbieri, continua a creare una possibilità di sviluppo nei paesi del Sud del mondo. Il valore aggiunto degli interventi messi in atto consiste nel loro percorso di sostenibilità ambientale, che punta a sfruttare le enormi risorse naturali di questi territori, rispettandoli. È questo che viene fatto in paesi come il Malawi e l’Etiopia. Attualmente ci sono due progetti portati avanti in queste zone, che mettono in pratica la tecnologia dei pozzi solari, ovvero delle pompe idriche alimentate dai raggi del sole, utilizzando i pannelli fotovoltaici, per collegarsi al bacino idrico e irrigare poi i campi coltivabili.
L’utilizzo di questa pratica nell’agricoltura permette lo sfruttamento di una risorsa abbondante in queste zone del Pianeta, per venire incontro invece a una grave mancanza: la presenza d’acqua. L’accesso all’acqua è uno degli ambiti d’intervento di Coopi in aree con problemi di siccità, che da fenomeno ciclico è diventato purtroppo una costante, impedendone di fatto lo sviluppo. Dal 2008 ad oggi Coopi ha costruito 125 pozzi, 80 bacini di raccolta dell’acqua piovana, 31 fontane, 35 nuovi sistemi di tubazioni per distribuire l’acqua.
Se andiamo poi ad analizzare nel concreto i due progetti del Malawi e dell’Etiopia ci rendiamo conto delle grandi possibilità inespresse di queste zone del mondo, alle quali spesso serve solo una spinta per far partire il motore dello sviluppo. Esiste un progetto in Malawi, che dovrebbe concludersi entro il 2014, per la costruzione di un impianto ibrido, che sfrutta l’energia ricavata dal fotovoltaico e dall’eolico per l’approvvigionamento d’elettricità nell’isola di Likoma, che conta 10.000 abitanti.
Questo permetterebbe a tutta l’isola d’usufruire d’energia elettrica per almeno 4 ore al giorno, che vuol dire moltissimo per i piccoli agricoltori della zona. Bisogna infatti adattare l’intervento al contesto: in Malawi solo il 5% della popolazione ha la copertura alla rete elettrica. Il progetto coinvolge anche l’area di Kusungu, dove addirittura questa percentuale scende al 3%. Qui Coopi fornisce moduli fotovoltaici ad uso privato (singole famiglie), comunitario (scuole), agricolo (pozzi solari) e stufe migliorate in sostituzione al tradizionale uso di legna da ardere per la preparazione dei cibi, con implicazioni forti sia ambientali che soprattutto sociali, sulla salute (sono circa 1,45 milioni le persone che muoiono prematuramente per inquinamento domestico, dato che supera anche le morti per turbercolosi e malaria) e sullo sviluppo (nelle zone rurali sono soprattutto donne e bambini a preoccuparsi dell’ approvvigionamento di legna). Le energie rinnovabili sono così al servizio del miglioramento della qualità della vita.
Coopi propone non solo interventi logistici ma anche formativi con esperti del settore messi a servizio degli agricoltori locali, per renderli indipendenti e autosufficienti una volta concluso il progetto. “In questo ambito diventa fondamentale la partnership con aziende private – dichiara Licia Casamassima, responsabile delle relazioni con le aziende di Coopi – siamo riusciti a creare un network d’imprese che cofinanzia i nostri progetti: in Malawi ad esempio, 9ren che ha aiutato per l’impianto fotovoltaico e Fera per la parte dell’eolico”.
Non solo Malawi ma anche Etiopia: il work in progress in questa zona, che si dovrebbe concludere entro il 2015, prevede l’utilizzo di pozzi solari per l’agricoltura e l’allevamento, ad esempio per il beveraggio del bestiame, con la promozione delle micro imprese sul territorio. In entrambi i progetti, l’Unione Europea rimane il principale finanziatore per lo sviluppo dell’energia nei paesi del sud del mondo: questo per dare un’idea dell’importanza delle azioni che Coopi sta portando avanti con costanza e dedizione nel Sud del mondo.

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