Corona di Cristo: la pianta dalle origini bibliche e religiose da tenere in casa. Tutti i consigli dei professionisti per coltivarla in vaso o in giardino.
La corona di Cristo, conosciuta anche come corona di spine, è una pianta ampiamente apprezzata per la sua bellezza e unicità. Originaria delle zone tropicali dell’Africa e dell’America, si è diffusa anche in Europa grazie alla sua facilità di coltivazione. Questa varietà si distingue per le sue foglie dai colori variopinti che le conferiscono un aspetto molto particolare. Tuttavia, non sono solo i suoi fiorellini colorati a renderla così attraente, ma anche lo spettacolo offerto dalle sue foglie.
La corona di Cristo, nota anche come Euphorbia milii, prende il suo nome dalla leggenda secondo cui sarebbe stata utilizzata per creare la corona di spine posta sul capo di Gesù durante la sua crocifissione. La pianta è caratterizzata da rami ricoperti di spine e fiori colorati, che ricordano simbolicamente la corona di spine indossata da Cristo. Questo nome è stato attribuito alla pianta per la sua somiglianza con la corona di spine e per richiamare il simbolismo religioso associato a Gesù.
La corona di Cristo dalle foglie variegate è una pianta molto adattabile e resistente, in grado di prosperare in ambienti difficili e continuare a fiorire. Tuttavia, ci sono alcune cose da tenere in considerazione per assicurare il suo benessere. Questa pianta preferisce una posizione molto soleggiata, in quanto la quantità di luce diretta influisce direttamente sulla variegatura e sul colore delle foglie. Pertanto, un’esposizione a sud sarebbe l’ideale per garantirle un’abbondante luce solare.
Durante i mesi invernali, soprattutto in luoghi con inverni rigidi, è consigliabile proteggere la pianta dal freddo. È importante assicurarsi che il terriccio sia asciutto prima di innaffiare la corona di spine e mantenere un buon equilibrio tra le innaffiature.
La corona di Cristo variegata apprezza un terriccio neutro e altamente drenante, preferibilmente sabbioso, che non trattenga acqua e umidità in eccesso. Sebbene non sia indispensabile, può beneficiare di un fertilizzante a lento rilascio almeno due volte l’anno o di un fertilizzante fai da te a base di potassio, ottenuto ad esempio dalle bucce di banana.
Nonostante la sua resistenza, la corona di Cristo può essere soggetta ad attacchi di parassiti come acari, afidi o cocciniglie. In caso di infestazione diffusa, è possibile utilizzare pesticidi specifici o ricorrere a rimedi naturali come l’olio di Neem per liberare la pianta da questi parassiti.
La coltivazione della corona di Cristo, nota anche come Euphorbia milii, richiede alcune attenzioni specifiche. La corona di Cristo ama la luce solare diretta, quindi posizionala in un luogo luminoso. Tuttavia, è importante proteggerla dalle temperature estreme, soprattutto dal freddo intenso. La temperatura ideale per la corona di Cristo si aggira intorno ai 20-25°C.
Assicurati di utilizzare un terreno ben drenato per la corona di Cristo. Puoi miscelare terriccio universale con sabbia o perlite per migliorare il drenaggio. Evita terreni troppo compatti o che trattengano troppa umidità. La corona di Cristo è una pianta succulenta e può sopportare periodi di siccità. Annaffiala solo quando il terreno è completamente asciutto, evitando di lasciare ristagnare l’acqua nel sottovaso. Durante l’inverno, riduci le annaffiature.
Puoi fertilizzare la corona di Cristo una volta al mese durante la stagione di crescita (primavera-estate) con un concime liquido per piante succulente diluito. Evita l’eccesso di azoto, che potrebbe favorire la crescita delle foglie a discapito dei fiori.
Se necessario, puoi potare la corona di Cristo per mantenerla compatta e favorire una fioritura rigogliosa. Rimuovi i rami secchi o danneggiati e riduci la lunghezza dei rami più lunghi per favorire la ramificazione. Puoi propagare la corona di Cristo attraverso talee. Preleva una talea di circa 10-15 cm dalla pianta madre, lasciala asciugare per alcuni giorni e poi piantala in un substrato leggero e ben drenato. Innaffia leggermente e tieni la talea in un luogo luminoso, ma non esposto alla luce solare diretta.
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