Qual è il futuro inevitabile dell’umanità? A rispondere è la comunità scientifica con una teoria alquanto preoccupante: la correzione della popolazione. Ecco il significato.
L’umanità si trova a un bivio cruciale, prossima a un’inevitabile correzione della popolazione secondo le predizioni di uno stimato scienziato, correzione questa prevista entro il 2100. Il collasso della civiltà è un qualcosa di non così lontano come si pensava e l’uomo potrebbe essere tra le prime creature a scomparire dal nostro pianeta e con esso la civiltà moderna.
L’analisi condotta dallo scienziato sottolinea che la crescita esponenziale della popolazione umana è inarrestabile, ma le risorse del pianeta, già sfruttate al limite, sono insufficienti per soddisfare le esigenze sempre crescenti dell’umanità moderna. L’esempio più lampante è stato l‘Earth Overshoot Day, che ha segnalato l’esaurimento delle risorse rinnovabili del pianeta entro soli sette mesi nel corso del 2023. Ecco cosa prevede questa inquietante teoria.
L’umanità è ufficialmente entrata nella fase di deficit ecologico, con conseguente inquinamento e deterioramento delle risorse del pianeta. La causa di tutto è sicuramente l’approccio consumistico corrente, ormai non più sostenibile. Il professor William E. Rees, dell’Università della British Columbia, afferma che nonostante il distacco dall’ambiente naturale, l’umanità è ancora soggetta alle leggi della selezione naturale, il cui impatto sta emergendo proprio in questa situazione di crisi. La Rivoluzione Industriale, ed il benessere economico generato da essa, hanno portato ad una crescita esponenziale della popolazione partendo da 1 miliardo di abitanti nel 1800 fino ad arrivare a 8 miliardi nel 2022.
Un accrescimento così vertiginoso ha avuto ovviamente un grosso impatto sulla Terra, sulla natura e sulle risorse che questa ci offre. Più persone, più risorse sono necessarie, maggiori sono le emissioni di gas serra. Un cerchio spaventosamente perfetto e che ci riporta ad oggi, nel pieno della crisi climatica, di cui vivremo inesorabilmente gli effetti già nel 2050. Secondo Rees il problema è radicato nel consumismo e nell’alimentare una evoluzione tecnologica che va al di là dei bisogni stessi dell’uomo: produrre di più di ciò di cui si necessita è l’errore più grande mai commesso dall’uomo.
Il professor Rees affronta questo tema in maniera molto semplice ed intuitiva. Come abbiamo potuto già capire l’umanità ha esaurito il tempo in cui era possibile fare retromarcia, e nemmeno la transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili potrà mettere fine all’imminente calo demografico che subirà la razza umana. Nei prossimi anni a causa della crisi climatica e dell’esaurimento delle risorse alimentari, la popolazione subirà una correzione in termini numerici. Solo le grandi potenze economiche potranno infatti sopravvivere, seppur con ingenti perdite. Nel 2100, la correzione della popolazione metterà il punto a quella che molti definiscono già come la sesta estinzione di massa. La natura seguirà quindi il suo naturale processo di selezione, tagliando nettamente il numero di persone presenti al mondo.
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