Una sentenza attesa, che finalmente ha dato lo stop definitivo ai collari antiabbaio. Per chi verrà beccato ancora ad usarli ci saranno multe salatissime.
Spesso, la decisione di adottare o acquistare un cane è guidata dalla gioia e dall’entusiasmo di portare un nuovo amico a quattro zampe nella propria vita. Troppo spesso però questa gioia si trasforma in difficoltà quando i proprietari si ritrovano incapaci di gestire correttamente i loro cani, un problema che contribuisce in modo significativo anche al fenomeno dell’abbandono.
Altre volte i proprietari adottano dei sistemi affatto idonei per controllare e placare l’irruenza dei propri cani, come il tanto discusso collare antiabbaio. Ora, con una sentenza, la Corte di Cassazione italiana ha emesso una decisione storica riguardante l’uso dei collari antiabbaio per cani, ritenuti in passato uno strumento comune per controllare il comportamento dei cani rumorosi. La sentenza ha segnato una svolta epocale, vietando definitivamente l’uso di tali collari, che sono stati riconosciuti come fonte di grandi sofferenze per gli animali.
Questi collari, dotati di pioli di metallo che vengono posti a contatto con il collo del cane, emettono scosse elettriche in risposta alle vibrazioni delle corde vocali dell’animale. L’obiettivo è di causare dolore sufficiente per costringere il cane a smettere di abbaiare. Questa pratica è stata oggetto di critiche e condanne da parte delle associazioni animaliste per la sua crudele inefficacia. Secondo la Corte di Cassazione, l’utilizzo di questi dispositivi provoca sofferenze inaccettabili agli animali ed è in netta contraddizione con la loro natura.
La sentenza rappresenta un segnale di progresso nell’ambito della tutela degli animali e dimostra una maggiore consapevolezza delle esigenze comportamentali e psicologiche dei cani. Questa vittoria legale è una conquista per la difesa degli animali ed è stata accolta con favore da animalisti e professionisti legali. La decisione della Corte stabilisce inequivocabilmente che tali dispositivi non sono conformi alle caratteristiche etologiche dei cani e pertanto non dovrebbero essere utilizzati.
La sentenza in questione riguarda un caso specifico in cui un proprietario aveva utilizzato un collare antiabbaio sul suo cane per lunghe ore. Il proprietario aveva cercato di giustificarsi sostenendo che si trattava di un dispositivo comandato a distanza. Tuttavia, la sentenza è stata chiara nel distinguere tra i tipi di collari, affermando che quello utilizzato causava scosse elettriche automatiche in risposta agli abbai del cane. Questa sentenza ha un impatto significativo sulla comunità giuridica italiana, stabilendo un precedente legale che avrà conseguenze positive per il benessere degli animali domestici in tutto il Paese. La decisione è stata confermata dal Tribunale di Treviso alla Corte d’Appello, e il proprietario del cane è stato condannato a pagare una multa di 3.000 euro.
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