Il concetto di green economy è sempre più diffuso e sta assumendo un’importanza sempre maggiore in tutto il Mondo. Si tratta di un tipo di economia che tiene in considerazione l’impatto della produzione, in ogni sua fase, sull’ambiente. Gli ambiti che possono essere reinterpretati in un’ottica di economia verde sono numerosissimi.
Questi possono spaziare dal forte investimento sulle energie rinnovabili, quello sul riciclo delle materie plastiche, sulla riduzione delle emissioni di CO2, fino ad arrivare ad una concezione di lavoro socialmente sostenibile. La green economy italiana è in grande crescita e il nostro Paese è uno dei leader mondiali in diversi ambiti che riguardano l’economia verde. Scopriamone di più.
Green economy: cos’è
La green economy si può definire come un modello di sviluppo economico che tiene in considerazione l’attività produttiva valutandone anche l’impatto ambientale. In particolare si tratta di una forma di economia che prevede forti investimenti, sia pubblici che privati, su azioni che puntino ad ottenere una migliore efficienza energetica, a ridurre le emissioni e a salvaguardare il Pianeta.
Tali investimenti devono essere necessariamente supportati da riforme politiche e da una trasformazione del pensiero collettivo che mirino a riscoprire l’importanza dell’ecosistema e della natura. La green economy punta dunque ad innescare un meccanismo virtuoso che riesca a gestire al meglio le risorse e a massimizzare gli utili, senza però avere un impatto deleterio sulla natura. Si tratta quindi di associare la crescita economica ad uno sviluppo sostenibile.
Incentivare la green economy significa non solo salvaguardare l’ambiente, ma anche creare nuovi posti di lavoro. Questi vengono indicati con il termine inglese “green jobs” e permettono di migliorare il mercato del lavoro in diversi settori come l’agricoltura, le energie rinnovabili, il riciclo e molti altri.
Uno dei problemi primari della green economy è che richiede una profonda trasformazione del pensiero della società. Poiché questo non è semplice da ottenere, l’economia verde deve partire da una responsabilizzazione di aziende e cittadini su questa fondamentale tematica.
Perché investire nella green economy è importante
Investire nella green economy è di fondamentale importanza non solo per non impattare sull’ambiente ma anche per altre motivazioni. Questa infatti permette di ridurre i costi visto che le materie prime vengono riconvertite, ottenendo una diminuzione sostanziale delle spese. I concetti primari della green economy come lo sviluppo di metodi di produzione sostenibili, un minore sfruttamento delle risorse naturali e la ricerca di un’economia circolare, sono tutti fattori fondamentali per la crescita del PIL.
La seconda motivazione, già accennata in precedenza, è il forte impatto positivo della green economy sul mondo del lavoro. Grazie all’economia verde sono nate e/o si sono sviluppate nuove figure lavorative. Consulenti, project manager e specialisti del settore stanno diventando elementi sempre più importanti all’interno delle aziende che puntano ad applicare i concetti della green economy. In questo modo si può agire anche sul problema, spesso molto grave, della disoccupazione.
Infine, investire nell’economia green è importante anche per la salute dei cittadini. Uno degli obiettivi primari della green economy è quello di diminuire le emissioni di CO2 e di polveri sottili. In questo modo avremmo un’aria più pulita che permetterebbe di diminuire fortemente i problemi di salute, spesso anche molto gravi, che derivano da un’aria inquinata.
Green economy in Italia: la situazione
La green economy italiana è decisamente all’avanguardia. Sono sempre di più le aziende del nostro Paese che stanno decidendo di investire in questa direzione e, allo stato attuale, l’Italia è leader in Europa in diversi ambiti che riguardano la green economy. Ad esempio l’Italia è il primo Paese per riciclo in Europa, con il 77% dei rifiuti riciclabili che viene effettivamente riciclato contro la media UE del 40%. Inoltre l’Italia è tra gli Stati più virtuosi per la produzione di rifiuti ed è il primo Paese al Mondo per la coltivazione di aree ad uso biologico, circa il 16% del totale. Questi numeri testimoniano il grande impegno delle aziende italiane nella green economy.
Gli Stati generali della green economy 2020, una riunione organizzata dal Consiglio nazionale della green economy (formato da 69 organizzazioni di imprese) in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, quello dello Sviluppo economico e la Commissione Europea, hanno stabilito come l’Italia debba continuare a puntare fortemente sulla green economy. Tra le principali proposte green degli Stati generali troviamo:
- innovazioni tecnologiche per produrre idrogeno in maniera ecologica
- incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica. Ad esempio si punta ad utilizzare l’ecobonus del 110% fino al 2024
- incentivi per il riciclo dei rifiuti plastici ed edili
- aumentare fino al 30% le aree protette e i tratti di mare tutelati, investendo anche nella pesca sostenibile
- ridurre il tasso di motorizzazione privato italiano sotto le 500 auto ogni 1000 abitanti entro il 2030, puntando sui servizi di car sharing e bike sharing
- incrementare l’agricoltura biologica e diminuire l’utilizzo di fertilizzanti chimici.
In particolare l’idea è quella di investire le risorse di Next Generation Eu in progetti green, in particolare nei settori di energia e clima, economia circolare, green city e territorio, mobilità e agroalimentare.