Qual è la tua bevanda gassata preferita? A prescindere dalla risposta è il caso di conoscere la storia di Natasha Harris
Tra quelle che possiamo considerare le comodità della modernità ci sono di certo le bevande con le bollicine. Marroncine, arancioni, giallognole, con vari gradi di verde, in qualche caso addirittura azzurre o rosse. Le bevande gassate sono un vizio per tanti. Ma tutti i nutrizionisti sono concordi nel sottolineare che il consumo di questo genere di alimenti, che non apportano quasi nessun nutriente, deve essere ridotto al minimo se proprio non può essere escluso del tutto. Ma quello su cui di solito si concentrano i medici e i nutrizionisti sono le conseguenze sulla salute come l’obesità o il diabete.
E la storia di Natasha Harris, una donna di appena 30 anni, dovrebbe bastare per comprendere che cosa succede all’organismo con un consumo eccessivo di un qualunque tipo di bevanda gassata. Il medico che ha eseguito l’autopsia sul corpo di Natasha ha rintracciato diversi sintomi di quella che ormai viene definita come abuso di bevande gassate e oltre ai problemi legati alla salute personale c’è anche la questione relativa alla salute del pianeta.
Perché qualunque bevanda gassata fa male a te e all’ambiente
La storia di questa donna neozelandese morta a 30 anni per infarto perché è arrivata a consumare 10 litri di bevande zuccherate al giorno per anni è di certo una storia limite ma è bene valutare quelli che sono i rischi che possono venire da un consumo troppo abbondante proprio delle cosiddette bevande con le bollicine. Da un eccessivo livello di zucchero nel sangue passando per una quantità eccessiva di caffeina, l’abuso di bevanda gassata può portare ad una intossicazione da caffeina e ad una condizione nota come ipokaliemia, carenza di potassio nel sangue che può avere ripercussioni sull’attività cardiaca.
Ma la questione legata al consumo delle bevande gassate è anche una questione ambientale. Dalla produzione alla distribuzione, questo genere di bevande sono infatti responsabili di moltissime forme di inquinamento. In particolare c’è da tenere presente l’industria dello zucchero che deve fornire questo ingrediente ai produttori. Lo zucchero inquina e la produzione toglie terreno ad altre colture che potrebbero invece essere più significative per la sopravvivenza umana. Ma oltre all’industria dello zucchero c’è l’industria delle confezioni: che sia una bottiglia di vetro, che siano lattine di alluminio, che siano la classica bottiglia di plastica, i contenitori utilizzati per le bevande gassate sono altamente impattanti sull’ambiente.
Sei sicuro che il vetro sia meglio della plastica?
Secondo uno studio pubblicato sul Detritus Journal, i cinque contenitori classici delle bevande gassate sono tutti altamente inquinanti e sorprendentemente il peggiore in assoluto è il vetro. Il vetro costa di più in termini ambientali per esempio delle bottiglie di plastica perché più pesante e quindi più difficile, in un certo senso, da trasportare. Un impatto minore ce l’hanno le bottiglie in vetro riciclato, dove l’impatto ambientale si riduce perché il vetro non viene prodotto da zero. Poco sopra il vetro ci sono le bottiglie di plastica che risultano, nel confronto specifico, migliori del vetro ma producono comunque rifiuti. I contenitori con l’impatto ambientale minore per qualunque bevanda gassata sono le lattine di alluminio e in particolare quelle in alluminio riciclato. Ma anche se le lattine sono risultate meno inquinanti delle bottiglie questo non significa che siano ad impatto zero. Sia da un punto di vista della salute umana, quindi, sia da un punto di vista della salute ambientale sarebbe il caso di ridurre il consumo di tutte le bevande gassate per ridurre il peso di questa industria sull’ambiente.