Le 5 regole da seguire in cucina per ridurre l’impatto ambientale: quali sono gli ambiti e i comportamenti su cui dovresti intervenire subito, per il bene del Pianeta.
L’impatto ambientale, oltre che per mezzo di comportamenti virtuosi che concernono la mobilità sostenibile, il riciclo, la raccolta differenziata, l’acquisto di materiali e oggetti che non rispondono all’ideologia dell’usa e getta, può esser ridotto anche mediante delle corrette abitudini da applicare all’interno di un particolare spazio dell’ambiente domestico: la cucina.
Quest’ultima è in assoluto il luogo in cui si producono i maggiori sprechi in casa: spreco di acqua potabile, di gas, di energia elettrica, ma soprattutto del cibo che cuciniamo in eccesso e che, non consumato, finisce per essere gettato nel cestino dell’umido.
Come risolvere la questione dell’impatto ambientale in cucina? È davvero necessario iniziare a prendere in considerazione possibili rinunce – la carne, nella fattispecie, è il prodotto più attenzionato di tutti -, oppure esistono altre modalità per ridurre i consumi e gli sprechi a tavola?
Per rispondere agli interrogativi, un team di esperti composto da professori universitari e rappresentanti di realtà quali FAO e Slow Food si confrontò a Reggio Emilia all’incirca un anno fa, esattamente il 12 dicembre 2022. Quale fu il filo conduttore del suddetto incontro? “Il cibo è un atto politico. Da Expo 2015 alla sovranità alimentare: le nuove sfide in Italia e nel mondo“: questo il tema del dibattito, dal quale andremo a trarre tutte le risposte di nostro interesse.
Professori universitari, esponenti di realtà come Slow Food e FAO che, all’incirca un anno fa, si confrontarono a Reggio Emilia, convennero tutti nell’affermare una sostanziale necessità: l’approccio dell’Italia (ma anche del resto del mondo) al cibo avrebbe presto dovuto subire una svolta decisiva. In caso contrario, le risorse di cui il Pianeta dispone per il sostentamento dei miliardi di persone che lo abitano potrebbero ben presto esaurirsi.
Dal dibattito avvenuto lo scorso 12 dicembre 2022 emersero 5 fondamentali regole da applicare in quel luogo della casa in cui si perpetrano i maggiori sprechi: la cucina. Nella fattispecie, le norme che ciascuno di noi, nel suo piccolo, è tenuto a rispettare sono le seguenti: ridurre le proteine di origine animale; ridurre gli sprechi; ridurre il consumo di cibi ultra processati; diminuire l’uso di imballaggi plastici; optare per cibo locale e di stagione.
Per quanto concerne la filiera di produzione della carne – che sappiamo essere tra le più inquinanti al mondo -, ci era già capitato di fornirvi preziosi consigli in merito a come sostituire tali proteine. Le alternative, specie con gli studi a riguardo che avanzano sempre di più, si rivelano essere complete e salutari sotto il profilo nutrizionale.
Quanto allo spreco alimentare, le opzioni per evitare che tutto quello che acquistiamo al supermercato vada a male sono molteplici. Dal prendere l’abitudine di cucinare in gruppo, in maniera tale che qualcuno, prima o poi, si prenda la briga di finire il cibo avanzato, fino a quella folta lista di suggerimenti che ti aiutano a pianificare la tua settimana alimentare, riducendo di molto il rischio che qualcosa non venga consumato.
Altrettanto importante è il tenersi alla larga dai cibi ultra processati. Quest’ultimi – qui per scoprire come riconoscerli facilmente – sono frutto di una lunga catena di trasformazione che impiega energie, risorse e materie prime che andrebbero salvaguardate. Pertanto, anziché acquistarne a quantità industriali, optate per prodotti locali e di stagione, la cui filiera è sicuramente più breve e controllata della precedente.
La questione degli imballaggi plastici monouso merita un approfondimento a parte, trattandosi di uno degli sprechi più documentati e perpetrati all’interno delle nostre cucine. Come ridurre l’utilizzo di questo materiale, il cui impatto sul Pianeta genera da sempre un ininterrotto flusso di polemiche e campagne a sfavore?
Tra i comportamenti che potremmo mettere in atto, vi è l’acquisto di prodotti con il vuoto a rendere, l’acquisto di alimenti sfusi e la riduzione di quelli confezionati, l’abitudine di adoperare piatti e stoviglie che possano essere igienizzate tramite la lavastoviglie, la scelta di packaging e prodotti biodegradabili. Piccoli ma fondamentali cambiamenti che, se perpetrati nel lungo periodo, potrebbero servire a contrastare significativamente il problema della plastica monouso.
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