Il basilico diventa nero e scatta l’allarme: cosa sta succedendo alla pianta, in molti non la prendono benissimo.
In base a un particolare principio attivo, noto come fenilpropanoide eugenolo, che sarebbe l’olio essenziale che caratterizza questa pianta aromatica, il basilico può assumere diversi colori. Comunemente, questa pianta ha infatti foglie di colore verde, ma in alcuni casi abbiamo notato che può assumere un colore viola intenso, tendente al nero. Dipende da un fatto legato alla presenza del principio attivo conosciuto appunto come olio essenziale di basilico: quello che è noto come basilico nero ha proprietà specifiche più importanti di quello comune.
Al contempo, occorre sapere come coltivarlo e accudirlo, perché è una pianta sicuramente più fragile e bisogna anche chiarire un aspetto importante, ovvero che il basilico nero è una particolare specie di questa pianta aromatica, ma se il basilico verde diventa nero dobbiamo invece preoccuparci. Questo avviene per diverse cause: innanzitutto, la pianta diventa nera nel momento in cui si abbassano le temperature. In sostanza, è più facile che si annerisca d’inverno piuttosto che d’estate.
Potrebbe anche – come avviene in molti casi – disidratarsi e in quel caso vediamo le sue foglie che lentamente avvizziscono. Le foglie di basilico possono avvizzire anche a causa di una malattia funginea e infine se vengono mangiate da alcuni insetti. Per mantenere bene la pianta, bisogna prevenire e non aspettare che questa secchi: lo possiamo fare in diversi modi e il più importante è il drenaggio. Evitiamo poi che l’acqua ristagni, le piante non vanno soffocate ma irrigate.
Per mantenere pulite le piante di basilico e provare a farle sopravvivere il più a lungo possibile, dobbiamo anche evitare che un’eventuale malattia si diffonda. Quindi è importante staccare le foglie che consideriamo morte. Le piante poi devono arieggiare e il ricambio di aria deve essere costante. Una pianta può soffocare in un’abitazione e per questo il balcone può essere, soprattutto in primavera e autunno, il posto ideale. Usate anche corroboranti come equiseto, ortica, zeolite per rafforzare la pianta.
Abbiamo già parlato delle malattie funginee che possono colpire il basilico, rendendo le sue foglie nere: le tre più conosciute sono legate ai batteri Pythium, Peronospora e Fusarium, che riconosciamo rispettivamente per marciume radicale, muffa grigia sulle foglie e infine il gambo nero. In quest’ultimo caso, si sviluppa una malattia che è nota come fusariosi del basilico ed è una delle più gravi che possa colpire la pianta. Se il fusarium, così come il pitium, colpiscono la pianta bisogna solo estirpare la parte morta, perché il processo è irreversibile.
Simile alla peronospora è un altro batterio che colpisce il basilico, ovvero la botrite: in entrambi i casi, la situazione senza dubbio non è irrecuperabile. Questi agenti patogeni, infatti, se presi per tempo, possono essere curati e si possono evitare le gravi conseguenze delle quali in precedenza vi abbiamo parlato e che portano al rischio che si debba estirpare la pianta. In particolare, la botrite comporta l’ingiallimento delle foglie, che tendono sempre di più al nero.
Invece, sulla parte inferiore delle foglie della pianta di basilico, col passare dei giorni vediamo sempre più prendere piede una polvere, simile a del pelo ed estremamente carica di spore infestanti di colore grigiastro. Se non la si ferma per tempo, i danni alla produzione di basilico, che come noto non è solo di uso domestico, sono estremamente rilevanti. La cura più naturale possibile, in cui questi casi, è l’utilizzo di fungicidi a base di rame, che anche chi si avvale di agricoltura biologica non guarda con disprezzo.
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