Sono sempre più diffuse nelle case di tutto il mondo le macchinette da caffè che funzionano con le cialde. Ecco tutto quello che bisogna sapere
Tra le bevande più diffuse a livello mondiale c’è, senza nessun dubbio, il caffè. Una bevanda incredibile capace di risvegliare chiunque e affrontare al meglio la giornata. Questa, nel corso degli anni, ha avuto una variazione nella preparazione. Infatti se prima l’unico metodo di prepararla era legato alla moka, ora nelle cucine e negli uffici è sempre più diffusa la macchina a cialde.
Ovvero polvere di caffè contenuta in due sottili strati di carta la cui dimensione e spessore varia. Il diametro, infatti, si aggira tra i 43,5 e i 44,5 mm mentre lo spessore da 9,1 a 10,6 millimetri. Caratteristiche fondamentali affinché siano compatibili con tutti i dispositivi in commercio. Ma oltre a questo, c’è tanto da sapere sulle cialde.
Essendo composte di carta, queste possono essere riciclate in maniera molto più efficace rispetto alle capsule, ovvero cugine composte da plastica o alluminio. Inoltre alcune, in commercio, esistono anche quelle compostabili. Queste sono caratterizzata dall’involucro in materiali naturali che permettono di essere gettate nell’umido e diventare compost.
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Non trascurabile, poi il prezzo. Infatti le capsule, per via dei materiali che vengono impiegati, hanno un costo superiore alle cialde che hanno un costo inferiore di quasi il 40% nonostante garantiscano un miglior risultato. Altro dettaglio da non trascurare la compatibilità: ovvero se dovessimo cambiare macchina da un giorno all’altro la cialda, grazie alle loro misure, potranno essere sempre utilizzate. Un bel vantaggio, no?
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Senza parlare del fattore gusto. Con le capsule il caffè è molto più cremoso e omogeneo. Il motivo di tutto ciò è dovuto dall’acqua che deve passare solo per la carta prima di raggiungere la polvere. Invece le capsule devono superare materiali più resistenti e impermeabili. In più trattandosi della carta di un materiale naturale non si corre il rischio di trovare, nella miscela, residui potenzialmente pericolosi per la nostra salute.
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