La data di scadenza impressa sulla confezione del latte è solamente indicativa e non sempre determina dei rischi nei giorni successivi. Ma cosa succede se bevi del latte scaduto?
I rischi che si associano al consumo di cibi scaduti sono relativamente conosciuti, ma quello che non sappiamo è che la scadenza è spesso solo indicativa. Non sempre l’alimento cessa di essere commestibile in seguito al superamento della data ultima impressa sulla confezione, ed è un aspetto che riguarda anche il latte. A lunga conservazione o fresco, anche questa bevanda, nonostante sia particolarmente soggetta a deterioramento, ha una fascia di tempo entro il quale è possibile consumarla. Molto dipende anche dalla tipologia, ma in linea teorica e generale, fino a quando il latte non assume un odore o un sapore acido significa che è ancora commestibile. Ma cosa succederebbe qualora si consumasse invece oltre il suo stato di freschezza? Ci sono alcune conseguenze per l’organismo che possono avere una rilevante influenza sulla salute.
Latte scaduto: cosa succede se lo bevi
La scadenza rappresenta un limite indicativo per il consumo degli alimenti, che spesso coincide più con la perdita delle proprietà organolettiche che con la reale impossibilità di assunzione. Tendenzialmente è possibile assimilare un alimento scaduto ancora nei giorni prossimi alla data impressa sulla confezione in rispetto della normativa vigente. Ci sono alcuni particolari alimenti che ci preoccupano oltre il loro limite di freschezza, e il latte sicuramente rientra tra questi.
Leggi anche: Mal di gola cronico o frequente: alcuni rimedi per prevenire
Sappiamo infatti che la bevanda richiede una scadenza relativamente restrittiva: per il latte fresco addirittura sei giorni, con annesso ritiro dalla vendita nel caso in cui si superino solo i primi quattro. Tuttavia sarà lo stesso prodotto a comunicarci il suo stato di commestibilità: il latte scaduto presenta infatti in modo inequivocabile un odore decisamente più acido, caratteristica che si rispecchia anche nel gusto. Nonostante rappresenti un’eventualità difficile più che probabile, può capitare di assumere una dose di latte non adeguatamente fresco. In queste situazioni, è importante prestare attenzione alle seguenti conseguenze sull’organismo.
Leggi anche: Neo mamme, durante l’allattamento si può fare sport?
Consumare latte oltre il suo stato di freschezza può determinare sintomatologie più o meno gravi, in base alle condizioni del soggetto. Particolarmente colpito in tale situazione sarà l’apparato digerente, con rischi maggiori per coloro che presentano già problematiche. Nausea, vomito, dolori addominali e diarrea sono i più comuni, ma nei casi più importanti potrebbe anche presentarsi uno stato febbrile.