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“Cosce di rane”: la domanda sempre più elevata mette a rischio la specie

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Uno studio ha evidenziato, come l’aumento della domanda di cosce di rana, stia mettendo a rischio le popolazioni di anfibi nei Paesi d’origine scatenando un effetto domino.

Cosce rane rischio estinzione studio
Rana (Foto da Canva) – Ecoo.it

Molti ristoranti, spesso di lusso, offrono ai propri clienti ricette che hanno come ingrediente protagonista le cosce di rana. Un piatto prelibato e sempre più di moda che, però, secondo alcuni esperti, starebbe mettendo a rischio la specie.

Il commercio delle cosce di rana sta aumentando a dismisura ed in alcuni Paesi del mondo gli esemplari presenti sono in costante diminuzione. A lanciare l’allarme, nei mesi scorsi, alcuni ricercatori mediante uno studio.

Cosce di rane, aumenta la domanda: anfibi a rischio estinzione in alcune nazioni

Le rane sono a rischio in diverse nazioni, come Indonesia, Vietnam, Turchia e Albania. Una problematica dettata dalla crescita esponenziale della domanda di questi animali per il mercato gastronomico: le cosce di rana, difatti, sono sempre più richieste dai ristoranti e apprezzate dai clienti.

Cosce di rane (Foto da Canva) – Ecoo.it

I paesi sopracitati sono, difatti, i maggiori esportatori per il mercato dell’Unione Europea, dove vengono importate circa 4mila tonnellate di cosce di rana. Una cifra che si traduce nell’uccisione di 200 milioni di esemplari, molto spesso catturati e messe in commercio in maniera illegale. A segnalare quanto sta accadendo è uno studio pubblicato sulla rivista Conservation e condotto da un gruppo composto da ricercatori ed ambientalisti.

Dall’analisi è emerso, inoltre, che nel periodo compreso tra il 2011 e il 2020, nell’Unione Europea sono state importate 40.700 tonnellate di cosce di rane, pari ad un numero di rane uccise compreso tra gli 814 milioni ed i 2 miliardi. La maggior parte, circa il 70%, provenienti dall’Indonesia.

L’equipe ha concluso che questo commercio in costante aumento sta mettendo seriamente a rischio le popolazioni di anfibi nei loro paesi di origine. Una circostanza molto rischiosa, considerato che si danneggerebbero gli ecosistemi con la conseguente crescita di insetti e parassiti, prede delle rane, che porta ad un maggiore utilizzo dei pesticidi, ma anche alla possibile diffusione di malattie.

Il parere dei ricercatori

Rana (Foto da Canva) – Ecoo.it

Per cercare di evitare questa sorta di effetto domino che non coinvolgerebbe solo la specie, gli autori dello studio hanno concluso che sarebbe idoneo trovare un accordo internazionale che possa portare ad un commercio sostenibile, responsabile e trasparente evitando il traffico illegale di questi animali per soddisfare la crescente domanda.

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Paola Saija

Classe 1996, sono nata ad Enna, nel cuore della Sicilia e sono una studentessa della facoltà di Lettere Moderne. Sin da piccola ho sempre nutrito una forte passione per la scrittura ed il giornalismo e, da qualche anno, sono riuscita a coronare il mio sogno collaborando con diverse testate locali e non. Le tematiche che mi stanno più a cuore e di cui mi occupo sono l’ambiente, la cronaca e l’attualità. Le altre mie passioni sono l’arte, il cinema ed il teatro che ho avuto modo di approfondire attraverso gli studi ed i viaggi.

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