La robotizzazione del settore industriale può portare ad una rivoluzione delle abitazioni. Case stampate anziché costruite. Cos’è la Tiny House.
A quanto pare tra un po’ di tempo costruttori e manovali dovranno cercare un altro modo per sfruttare le loro competenze. Si sta imponendo sul mercato, anche se è ancora in fase iniziale, la Tiny House, la casa stampata e non costruita. Non è la prima volta che raccontiamo di progetti realizzati con stampanti 3D, ovviamene utilizzate con materiali adatti. Certo, ad un primo sguardo la cosa può giustamente destare diverse perplessità, specialmente sulla solidità del prodotto sul lungo periodo.
Tuttavia non si può non considerare che buona parte del merca immobiliare mondiale è sul breve periodo, specialmente nei Paesi asiatici. La Tiny House può essere pensata ottimale per dei pensionati che non possono permettersi altro. Difatti il punto più interessante, e che solletica il mercato immobiliare, è proprio il prezzo della casa. Intorno ai 30mila euro. Quando la maggior parte degli appartamenti costano decisamente di più.
I progettisti e costruttori che l’hanno brevettata ed inserita sul mercato hanno assicurato che la Tiny House è solida e confezionata con materiali isolanti per proteggere sia dal caldo che dal freddo eccessivo. Come si direbbe oggi, efficientata energeticamente. Il che crea un vantaggio sui consumi.
Ed inoltre i tempi di ‘costruzione’ sono davvero irrisori. Cica 48 ore o poco più. Ciò che serve alla Tiny House sono due strumenti tecnologici fondamentali: il robot per la stampa 3D e lo sviluppo di un tetto idoneo e sicuro. Dunque due momenti distinti. La stampa dell’edificio, e poi del tetto. Si tratta a tutti gli effetti di un prefabbricato che può essere ordinato su misura, della dimensione media di 50 mq con un tetto posto all’altezza di 4 mt, per conferire maggior respiro all’appartamento. Al costo di 31mila euro circa. La soluzione ideale, dicono i progettisti, per degli anziani che non possono permettersi altro. Una costruzione dignitosa che costa poco più di una macchina.
Nonostante l’efficientamento energetico della Tiny house, e dei materiali probabilmente generati a basso impatto ambientale, il progetto può far sorgere alcune perplessità. Specialmente sulla questione dell’obsolescenza. In un’ottica ecologista, gli oggetti a noi necessari, devono essere il più possibile duraturi, ed è preferibile riparare piuttosto che acquistare nuovamente. La Tiny House come si comporterà nel tempo? Specialmente alla luce dei cambiamenti climatici e delle catastrofi ecologiche a cui stiamo assistendo? Questo potrebbe essere l’inizio della presa dei robot del settore immobiliare.
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