Molti consumatori scelgono il settore biologico per promuovere un regime alimentare sano e genuino. Il mercato registra una diminuzione dei costi, ma non per tutti i prodotti
I consumatori sono sempre più consapevoli della differenza qualitativa che caratterizza i prodotti biologici, specie vegetali e non preparati. Una disparità che si registra prima di tutto sul piano salutare, grazie all’assenza di diserbanti, pesticidi e residui chimici che solitamente si depositano sulla superficie degli alimenti. In alcuni casi arrivano ad inquinare persino il terreno e le falde acquifere, compromettendo le proprietà organolettiche dei vegetali.
Gli effetti di un consumo sistematico di tali sostanze non sono positivi per l’organismo, oltre a diventare profondamente dannosi per l’ambiente. Anche i benefici intrinsechi delle qualità dell’alimento, come vitamine e sali minerali, vengono intaccate da una coltivazione intensiva. A risentirne è anche il gusto, meno caratteristico e sempre comune agli altri prodotti simili. Tuttavia a disincentivare l’acquisto della merce biologica è proprio il prezzo, tendenzialmente più alto in modo impattante. Ma mentre il mercato registra un abbassamento dei costi, alcuni prodotti continuano a mantenere una percentuale maggiore davvero incisiva.
Scegliere di promuovere un regime alimentare sano, non solo per quanto concerne l’apporto calorico, è l’obbiettivo primario per sentirsi in equilibrio con il benessere. Molti consumatori prediligono il mercato biologico in fase d’acquisto, per gli innegabili benefici che alimenti non trattati apportano all’organismo. È infatti appurato che l’agricoltura definita “convenzionale” presenti residui chimici di composti utilizzati per preservare i raccolti, come diserbanti e pesticidi, che rovinano l’ecosistema, il terreno, le falde acquifere, nonché le proprietà organolettiche dei cibi.
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La sensibilità su questo tema è aumentata vistosamente, tanto da registrare un incremento in termini economici del fatturato del settore biologico. Il margine di espansione tuttavia è ancora elevato, ed il motivo che impedisce il pieno sviluppo di questa formula di mercato è il prezzo che in alcuni casi getta perplessità sul prodotto di interesse. Ma proprio come è aumentato l’interesse verso l’alimentazione naturale e genuina, allo stesso modo gli stessi produttori hanno rimodulato i costi della loro offerta. Non tutti gli alimenti sono stati inclusi nel ridimensionamento economico, lasciando ancora un’elevata differenza con l’agricoltura classica.
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Mentre ad esempio cala il prezzo e la differenza di costo di prodotti come kiwi, fragole e banane, d’altro canto aumenta quello di arance e ciliegie. Anche il mercato delle verdure presenta alcune marcate differenze, come ad esempio nel caso delle zucchine, dove il prezzo di un prodotto biologico e convenzionale si equiparano, a differenza di altri alimenti. Un rincaro che raggiunge il 50%, e in alcuni casi lo supera, riguarda il commercio della versione biologica di fagiolini e asparagi, che non permettono un paragone di prezzo con l’agricoltura convenzionale.
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