Negli anni ’30 la moda vedeva sfoggiare i costumi di lana. Ma cosa succederebbe se questo trend tornasse alla ribalta? Di certo la natura ci ringrazierebbe.
L’estate è finalmente arrivata ed è tempo di fare il cambio di stagione. Si ripongono i capi più pesanti, per lasciare lo spazio ai vestitini leggeri e alle scarpe estive: immancabili poi i costumi da bagno con cui passare le giornate baciati dal sole.
Da quelli interi, a quelli a due pezzi, in ogni caso si tratta di un must-have dell’estate con cui accompagnare i prossimi mesi, da non dimenticare quando si sta facendo la valigia.
Per quanto riguarda i loro materiali, oggi questi sono creati con il poliestere, fibra miracolosa capace di dare vita a modelli rigidi, ma al contempo flessibili che ci avvolgono durante i nostri tuffi in mare.
Davvero elastico e idrorepellente, questa fibra riproduce materiali naturali come il cotone e la lana: usato per i vestiti termici, amato per la sua comodità e la sua versatilità, tuttavia non è esente da un forte impatto ambientale, essendo altamente inquinante.
Ben diverso era nel passato: in particolare agli albori della storia del costume da bagno, iniziata negli anni ’30. All’epoca i costumi erano realizzati in lana, andiamo a scoprirne maggiori dettagli.
Vi sarà capitato di vedere una cartolina degli anni ’30 in bianco e nero in cui non mancano i costumi da bagno. In quegli anni questo indumento era, infatti, spopolato: in particolare la versione in lana.
La lana è stato il primo materiale usato nell’universo dei costumi. Molto resistente, di certo aveva un grande svantaggio: una volta bagnato ci metteva ore e ore ad asciugare. Ma per l’epoca era già tanto così: avere un costume in lana era una vera e propria moda. Inoltre in quegli anni in tanti sapevano lavorare ai ferri, potendo confezionarsi facilmente con le proprie mani un modello, personalizzato, coprente e durevole.
La prima realtà della storia della moda che ha dato vita a una produzione di costumi era la Speedo, alle sue origini impresa dedicata al mondo della maglieria.
Sicuramente i costumi in poliestere dal lato del consumatore sono più efficienti unendo leggerezza e resistenza: si asciugano velocemente e si adattano al corpo perfettamente, permettendo di dare vita a modelli anche molto particolari. Tuttavia, un grande difetto di questo tipo di costumi è che sono davvero inqunanti. Il poliestere produce tantissime emissioni a differenza della lana.
Tornare quindi ai modelli in lana sarebbe una soluzione ottimale in ottica di moda sostenibile (qui trovi un approfondimento): questo materiale richiede molto meno dispendio di energia per essere prodotto e non immette microplastiche nell’ambiente, oltre al fatto che rappresenta una soluzione biodegradabile.
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