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Creme solari, non proteggono del tutto: cosa bisogna sapere

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Le creme solari sono essenziali per una protezione dai raggi UVA durante l’esposizione al sole. A volte non sono efficaci

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Creme solari (Foto Pixabay)

Ne ha parlato l’ISS, l’Istituto Superiore di sanità, proprio per il rischio a cui le persone si espongono prendendo il sole sulla spiaggia. Come si sa, il sole, con i raggi UVA sempre meno filtrati, è dannoso per la pelle. Oltre a provocare macchie scure antiestetiche ed invecchiamento precoce della pelle, l’esposizione continua al sole può causare anche una degenerazione dei tessuti cutanei formando nei casi più gravi cellule neoplastiche, responsabili dei più comuni tumori alla pelle. Rischio più immediato e facilmente riconoscibile è la scottatura della pelle. Anche se comune, non è bene scottarsi, rende la pelle più fragile e meno coesa.

Le creme solari sono la protezione migliore contro i raggi UVA. Ovviamente qualunque dermatologo sconsiglierebbe un’eccessiva esposizione al sole, anche se con protezione alta. L’aumento delle temperature può provocare anche insolazioni, eventualità affatto piacevole. Si consiglia per le pelli poco abituate di utilizzare la protezione 50 +. Diffidare delle protezioni in etichetta oltre i 50, non esiste una schermatura solare totale in commercio. La prudenza rimane l’arma migliore contro i danni dei raggi UVA.

Creme solari, cosa succede un anno dopo l’apertura?

Creme solari (Foto Pixabay)

Le creme solari vengono utilizzate principalmente nella stagione estiva. Una confezione contiene abbondante prodotto per un’estate intera al mare, e non è infrequente che ne rimanga per l’anno successivo.

L’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità, mette in chiaro la possibilità di riutilizzare la crema solare aperta: “Alcuni prodotti cosmetici riportano sull’etichetta la data entro cui il prodotto in confezione chiusa può essere utilizzato mantenendo le sue caratteristiche di efficacia e sicurezza (spesso indicata con la dicitura Usare preferibilmente entro)”. In questo caso è semplice capire fino a quando il prodotto può essere utilizzato, se integro e non aperto.

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“In altri prodotti, invece, è indicato il periodo di tempo in cui il prodotto può essere utilizzato, una volta aperta la confezione, indicato con la dicitura PAO (dall’inglese Period After Opening, vale a dire periodo dopo l’apertura) o con il disegno di un contenitore aperto con il numero di mesi di validità. Le creme dotate di filtri solari, che devono essere usate per evitare le scottature della pelle, hanno generalmente un PAO di 12 mesi: quindi, utilizzare la crema residua della stagione estiva precedente non garantisce necessariamente l’attività di protezione dalle radiazioni ultraviolette emesse dai raggi solari, anche se l’odore, l’aspetto e la consistenza non sono cambiati”.

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Quindi è bene annualmente sostituire la crema solare. La parte di prodotto non utilizzata non deve essere necessariamente gettata. Si può riutilizzare in casa come detergente per mobili in legno o metallo, per eliminare le macchie scure, oppure per lucidare divani o borse di pelle. In alternativa si può tentare un riciclo cosmetico. Unenedo la crema solare al sale grosso si confeziona uno scub per il corpo fatto in casa. Oppure un impacco nutriente per i capelli, senza l’aggiunta di sale ovviamente. Questi sono metodi efficaci e creativi per non disperdere le creme solari nell’ambiente.

Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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