Può la crisi della Libia costituire un aiuto verso un utilizzo più convinto delle energie rinnovabili? La domanda non è affatto casuale, visto e considerato che le turbolenze in atto nell’aria mediterranea africana stanno trascinando il greggio a picchi storici record, oramai sui 120 dollari al barile, incrementando altresì i timori di ulteriore instabilità nei confronti dei prossimi mesi.
Pertanto, alla luce di quanto sopra, torna seriamente alla ribalta la volontà di investire nel breve termine sulle energie rinnovabili, in grado di garantire un afflusso energetico più continuo e costante ai mercati europei, distaccandoli dalle intemperie socio politiche dei Paesi della zona in questione.
Le criticità nord africane potrebbero infatti non risolversi nel brevissimo termine, rinnovando i timori di strette evidenti nella fornitura del petrolio e di altre risorse convenzionali, con ciò che ne conseguirebbe per la stabilità delle economie nazionali del vecchio Continente.
Ricordiamo in tal proposito che il picco massimo nell’onerosità del greggio fu toccato nel mese di luglio del 2008, quando il barile raggiunse un costo pari a 147,02 dollari. Secondo i consulenti della banca giapponese Nomura, a causa della crisi medio-orientale il prezzo potrebbe ora schizzare a quota 220 dollari al barile.
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