Gruppi d'acquisto solidale, per una spesa critica ed economica

gruppi di acquisto solidali
Sono sempre di più i gruppi d’acquisto solidale che si formano nelle città e nelle campagne italiane (www.retegas.org) per comprare generi di prima necessità, ma anche abiti e servizi, attraverso criteri che rispettino l’ambiente. Essi consistono in riunioni di privati, famiglie o single, che affrontano assieme spese di varie merceologie direttamente dal produttore in modo tale da azzerare la filiera, abbattendo costi economici e temporali, e da scegliere l’azienda attraverso criteri di prossimità – quindi a km 0 – e di salvaguardia del verde.
Altro aspetto positivo di questa tipologia di ordini è la comprovata conoscenza del tipo di allevamento e di agricoltura attraverso i quali avviene la produzione, il che comporta la consapevolezza della salubrità di ciò che viene consumato.

Nella sola Milano i gruppi d’acquisto solidale – detti GAS – censiti sono 170 (www.gasmilano.org), ma in realtà sono molti di più perché sono organizzazioni che si creano spontaneamente attraverso la naturale esigenza di risparmiare e di avere in casa prodotti sani – dal punto di vista alimentare e ambientale – dei quali si conosce la provenienza. In tempi nei quali le sofisticazioni alimentari si moltiplicano o un singolo ortaggio deve passare attraverso diversi tipi di grossisti prima di arrivare, magari quasi deperito, sulle nostre tavole, non viene forse spontaneo rivolgersi al conoscente che ha un parente nell’immediata provincia con un bell’orto? Il coltivatore è ben felice di vendere direttamente ai consumatori perché da loro può ottenere il giusto prezzo, che da tempo l’ortomercato non riesce più a concedere, ma anche feedback sul suo faticoso lavoro.
tomasoni
La denominazione di “solidale” nasce dal fatto che le persone riunite in gruppo scelgono la solidarietà come criterio guida della propria spesa, prediligendo gli acquisti presso cooperative con un progetto di recupero per persone svantaggiate, piccoli coltivatori o allevatori strozzati dai meccanismi della lunga filiera o produttori che intendono convertirsi al biologico. I consumatori sono ormai coscienti del proprio potere economico e sanno che attraverso la spesa è possibile sostenere pratiche virtuose, indirizzando così la società a nuovi meccanismi. Non piacciono il lavoro nero, i grandi profitti di pochi, le merci il cui prezzo è gonfiato all’eccesso o aziende che non rispettano il territorio; non sono più sostenibili per società e ambiente.
Tutte queste scelte vengono discusse nel collettivo: i componenti del GAS a turno offrono la propria casa o uno spazio confortevole nel quale una volta al mese avviene la riunione; qui si scambiano pareri sul gradimento di tal formaggio, tal pasta o tal scarpe; decidono poi cosa comprare nei giorni successivi e da chi. Se uno di loro conosce un produttore lo può presentare e invitare: egli viene e spiega com’è fatta l’azienda, offre alcuni assaggi e illustra i costi; l’assemblea, se convinta, decide come e quando fare arrivare le merci. Ai singoli non resta che effettuare l’ordine attraverso e-mail.
ACQUA pubblica
Accanto alla spesa, questi gruppi di privati possono occuparsi di progetti legati al rispetto del territorio e al consumo critico – come l’opposizione alla privatizzazione dell’acqua – o organizzare incontri per informare la cittadinanza su temi di interesse pubblico quali, ad esempio, la conoscenza del mezzo “bicicletta” e di come si ripara o come cucinare scarti creando manicaretti.

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