La tutela del suolo sta diventando priorità per la salubrità del territorio UE. La Corte dei Conti chiede maggiore impegno. Il nodo del problema.
Non c’è troppo da girarci intorno. Uno dei danni che l’uomo è riuscito maggiormente a portare a compimento nei secoli e millenni di agricoltura è lo sfruttamento indiscriminato dei suoli, che ha comportato l’inaridimento del terreno e l’eliminazione della biodiversità. Non solo: ad aggravare la situazione ci sono i progressivi aumenti delle erosioni e le alluvioni, che trasformano i terreni in luoghi poco sani. La stima attuale è che una percentuale tra il 60 ed il 70% del suolo europeo sia malsano. Con tutte le conseguenze intuibili sulla vegetazione, sulla fauna, ed anche sull’alimentazione umana.
Per questo è partita la proposta di legge per ristabilire la salubrità dei suoli con un piano strategico progressivo. Evidentemente la Commissione europea si è accorta finalmente che una pratica intensiva quale l’agricoltura messa in atto ad oggi è invasiva e distruttiva. L’utilizzo di pesticidi non solo invade i prodotti di genere alimentare, ma rimane nel suolo al punto da renderlo sterile e privo di nutrienti. Ed allora si deve pianificare una tutela efficace, anche se potrebbe ‘costare‘ qualcosa in termini di perdita di raccolto.
Solo che con il “Soil Deal for Europe”, la Commissione UE è stata rimproverata dalla Corte dei conti. La quale per prima cosa tira fuori i numeri. Il 60-70% di suolo malsano. E questo grazie ai concimi sbagliati utilizzati nel tempo. Le nuove direttive Pac, della politica agricola comunitaria, inseriscono delle limitazioni sull’uso dei nitrati e poco più.
A detta della Corte, queste misure sono insufficienti per ristabilire un equilibrio maggiormente sano, data la condizione disastrosa da cui il ripristino di suolo dovrebbe partire. E non solo. La direttiva anti nitrati si applica solo all’85% del suolo, e gli agricoltori non sono sufficientemente spinti ad impostare tecniche alternative di agricoltura per ottenere i fondi europei. In questo modo – a detta della Corte dei Conti – i risultati nel tempo possono solo che essere di modesta entità.
Oltre alle ricerche ed a pareri di esperti e studiosi, è la Corte dei Conti stessa che spiega senza mezze misure quanto grave sia la situazione attuale e quanto sia fondamentale non solo la tutela del suolo ancora sano, ma anche il ripristino della vitalità di quello malsano: “Il suolo svolge un ruolo essenziale per la vita ed è una risorsa non rinnovabile” – ha dichiarato la responsabile della relazione della Corte dei Conti, Eva Lindström – “In Europa, tuttavia, il terreno non è sano su vaste zone. È questo un grido di allarme: è ora che l’Ue si rimbocchi le maniche e riporti le nostre terre a uno stato di salute soddisfacente. Non possiamo voltare le spalle alle generazioni future. Gli imminenti cambiamenti alla normativa dell’Ue offrono ai legislatori dell’Unione l’opportunità di elevare gli standard dei terreni in tutta Europa”.
E la Commissione europea risponde con un pacchetto di misure pronto per essere messo in pratica, che punta a ristabilire un suolo sano entro il 2050. A questo punto quello che preoccupa sono le deroghe che prontamente verranno inserite tra le righe.
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