Quella che si avvia a conclusione è al momento l’estate con le temperature più alte mai registrate da quando esistono i sistemi di misurazione e il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres non usa mezzi termini per cercare di smuovere le coscienze
Ci siamo resi conto tutti, a tutte le latitudini, che questa estate che si sta ora concludendo con le prime precipitazioni è stata una estate caratterizzata da eventi climatici mai registrati finora con tale violenza. E il primo dato allarmante è ovviamente quello che riguarda le temperature, che hanno registrato picchi che non si erano mai visti. Per diversi giorni consecutivi persino le vette oltre i 3000 metri delle Alpi e le cime degli Appennini non sono riuscite a scendere sotto lo zero, con tutte le conseguenze che si possono immaginare per esempio sulla tenuta dei ghiacciai già fortemente sotto stress.
Ma accanto alle temperature estreme ci sono stati anche tutti gli eventi meteorologici violenti che hanno punteggiato purtroppo non solo la sezione meteo dei giornali ma anche la cronaca nera con vittime, danni e vite spazzate via. Non è la prima volta che il Segretario Generale dell’ONU cerca di dire qualcosa che possa scuotere le coscienze ma stavolta le parole che utilizza nel breve comunicato affidato al sito ufficiale delle Nazioni Unite sono forse le più dirette mai usate.
“Il clima sta implodendo“
La dichiarazione del Segretario Generale in conclusione della estate più calda mai registrata è breve e nella sua brevità quanto mai drammatica. Due sono le espressioni che devono fare assolutamente riflettere. Guterres scrive infatti: “il crollo climatico è iniziato” e il nostro pianeta ha “sopportato una stagione di cottura a fuoco lento“. Più avanti ancora sempre lo stesso Segretario Generale dell’ONU scrive “il nostro clima sta implodendo a una velocità maggiore di quella che possiamo sopportare con eventi climatici estremi che colpiscono ogni angolo del pianeta“. In queste poche parole che si concludono con un invito ai leader a spingere adesso per delle soluzioni che permettano di “evitare il lato peggiore del caos climatico” è racchiuso tutto il dramma di quello che stiamo già vivendo.
Perché i cambiamenti climatici non sono qualcosa che avverrà in futuro, o che non avverrà mai secondo i negazionisti del clima, i cambiamenti climatici sono qui e sono tra noi. Sono nelle distese di frutteti che non hanno avuto modo di generare il raccolto di quest’anno, caduto a terra o mai passato oltre lo stato di fiore. Sono nella mancanza di acqua che rischia di diventare una situazione ricorrente e cronica che a sua volta genererà instabilità, povertà e conflitto. Sono nelle piogge torrenziali che investono territori sfruttati oltre ogni limite ragionevole e che cedono come un corpo malato.
Possiamo ancora fare qualcosa
Lasciarsi andare alla disperazione e gettare la spugna ovviamente non è un’opzione valida né un percorso che possiamo intraprendere. Ed è per questo che il messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite si conclude con l’invito a lavorare. Ed è un invito rivolto ai leader del mondo perché è dall’alto che devono venire le indicazioni generali affinché i Paesi, le società e le economie smettano di consumare senza guardare al domani. Abbiamo già vissuto sufficientemente a debito ed è ora di restituire all’ambiente qualcosa di quello che abbiamo preso pensando che fosse di nostra proprietà.