Il 16 gennaio del 1989 uno schianto tra due treni portò alla morte 12 persone, l’impatto fu devastante le operazioni di soccorso durarono per diverse ore.
Era il 16 gennaio del 1989 quando un terrificante incidente ferroviario provocò la morte di 12 persone ed il ferimento di altre 34. Il sinistro, avvenuto nei pressi di un passaggio a livello nel comune di Crotone, coinvolse due treni.
I convogli si scontrarono ad alta velocità finendo poi in una scarpata adiacente alle rotaie. I soccorsi lavorarono tutta la notte per cercare di salvare la vita ai passeggeri, ma per 12 di loro non fu possibile.
Nella tarda mattinata del 16 gennaio 1989 in Calabria si verificò un devastante incidente lungo la linea ferroviaria Jonica. A scontrarsi, nel territorio comunale di Crotone, due treni: il locale partito dalla stazione del capoluogo di provincia calabrese e l’altro era un convoglio proveniente da Catanzaro.
Complice la velocità, i due treni entrarono in collisione nei pressi di un passaggio a livello e, subito dopo, finirono in una scarpata accartocciandosi diventando un ammasso di lamiere. Venne appurato che prima dell’urto entrambi i convogli stavano percorrendo il tratto ad oltre 100 km/h.
Le scene che si trovarono davanti i primi arrivati sul luogo del disastro furono spaventose. I soccorsi durarono fino al giorno seguente, diverse squadre furono impegnate per estrarre i corpi si scavò fra le lamiere per diverse ore. I morti furono 12 e 34 erano i feriti che furono soccorsi tempestivamente.
Quel giorno partì l’inchiesta per stabilire cosa provocò l’incidente. Una da parte della magistratura e una interna da parte di Ferrovie dello Stato. L’obiettivo era chiarire perché il treno locale avesse lasciato lo scalo di Crotone in anticipo. Fu evidenziato che il treno era partito senza nessun avviso, ma il macchinista aveva con sé un modulo di autorizzazione alla partenza.
Quel giorno l’apparato centrale elettrico era fuori uso. Pochi giorni era stato tranciato per sbaglio, questo comportò il fatto che tutti i cavi non funzionavano, dunque i treni avevano il permesso di cominciare la loro corsa tramite dispacci, quel giorno l’ordine era dato dagli addetti che si occupavano dei movimenti.
È emerso che il capotreno avrebbe dato il via per la partenza, ma senza attendere nessun ordine dal capostazione. A quel tempo non bastava aver dietro il modello d’autorizzazione.
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