Era diventato protagonista di tanti video e si era trasformato nella mascotte della chiesa ma la storia del cucciolo che ogni giorno andava a messa purtroppo va ora raccontata al passato
Le testate locali pugliesi avevano iniziato a dare spazio alle vicende di questo cucciolo, un pastore tedesco meticcio di circa 13 anni, quando il cane ,dopo il funerale della sua padrona avvenuto a novembre dell’anno scorso, aveva preso a recarsi ogni giorno proprio in quella chiesa ed era diventato il beniamino dei fedeli e del parroco locale.
Una storia di amore incondizionato che dovrebbe far riflettere soprattutto chi invece pensa che gli animali domestici non capiscano e che li si possa abbandonare perché tanto non sono persone e non sanno quello che gli sta accadendo. Tommy, così si chiamava il meticcio anziano che ha commosso tutta l’Italia, ora purtroppo non c’è più e possiamo solo immaginarlo tornare con la sua padrona che lo aveva lasciato così all’improvviso.
Tommy, il cane fedele
La storia di Tommy ha iniziato ad assumere carattere nazionale nel momento in cui, era il gennaio di quest’anno, le sue foto con la faccia sempre un po’ triste seduto ai piedi dell’altare o appena fuori dalla chiesa hanno iniziato a fare il giro del web. Il cane era rimasto senza la sua padrona, una donna di 57 anni morta a novembre, ma continuava a recarsi tutti i giorni in chiesa come la padrona lo aveva abituato. E alla fine il parroco della chiesa di Santa Maria Assunta di San Donaci, provincia di Brindisi, aveva deciso di accogliere Tommy in chiesa.
Anche perché il cane non si era mai dimostrato molesto in alcun modo: se ne rimaneva semplicemente seduto davanti alla prima fila di banchi. Data però l’età, nel mese di febbraio, Tommy aveva dovuto smettere di portare avanti questa sua tradizione così personale. Le diverse patologie di cui soffriva, aggravate anche dall’età molto avanzata, lo avevano infatti costretto al ricovero in una clinica per animali. Il cane si era anche trovato al centro di una vera e propria gara di solidarietà ma alla fine era stato affidato al figlio della sua padrona venuta a mancare anche se persino l’amministrazione comunale di San Donaci si era offerta di accoglierlo e di diventarne padrone. Nel mese di febbraio le condizioni del cane si sono aggravate e Tommy è poi deceduto. Ma la sua storia si spera possa essere di esempio per tanti.
Ognuno ha il suo Tommy
La storia di Tommy è una storia di affetto ed è la dimostrazione di come i cani abbiano bisogno dell’umano che identificano come parte integrante della loro famiglia. È per questo motivo che decidere di abbandonare questi animali, dopo anni di convivenza o anche solo dopo pochi mesi, significa condannarli non solo a una dolorosa morte se investiti da qualche mezzo ma anche a una forma di tristezza inconsolabile. Una tristezza la cui sola prospettiva dovrebbe convincere chiunque che l’abbandono non è la soluzione ma soprattutto dovrebbe far riflettere prima di decidere di avere un cane in casa. Perché i cani, come pure tutti gli altri animali che si decide di accogliere nella propria casa, non sono giocattoli.