Un calo improvviso della temperatura ha portato ad una situazione di pericolo per tutta la filiera della frutticoltura della zona di Cuneo. Sono ora in corso le valutazioni dei danni. Ma che cosa è successo?
La metà del mese di marzo che in teoria sarebbe dovuta essere segnata da un lento aumento delle temperature in vista dell’ingresso della primavera è stato invece un momento caratterizzato da temperature molto più alte del previsto, che hanno accelerato in parte la fioritura di molti alberi da frutto.
La situazione si è però modificata rapidamente quando negli ultimi giorni le temperature sono invece calate bruscamente. Nella zona di Cuneo si sono registrati crolli anche con la colonnina di mercurio che è tornata a meno 4 gradi. Questa situazione è ora in fase di valutazione ma da parte di Maurizio Ribotta, di Cia Cuneo, i possibili danni sono in particolare alle coltivazioni di pesche, susine e albicocche. E il motivo è da rintracciare anche stavolta nei cambiamenti climatici.
Come spiegato da Maurizio Ribotta la situazione che si è venuta a creare nell’area di Cuneo è in realtà un esempio lampante dei cambiamenti climatici. Ribotta ha infatti spiegato che questo fenomeno, che ormai si ripete da più di qualche inverno, si compone di una contrapposizione tra inverni che non sono abbastanza rigidi e che anzi sono punteggiati da momenti in cui le temperature salgono molto e da improvvise gelate.
Le piante da frutto, che negli ultimi sprazzi d’inverno cominciano lentamente ad accumulare sostanza e a generare le gemme che poi daranno vita ai fiori e quindi ai frutti, sentono il cambio di temperatura e aprono i fiori. Ma nel momento in cui sulle piante fiorite si abbattono improvvisi venti gelidi i fiori ne risentono e in molti casi la pianta tende a perderli, con conseguente riduzione della quantità di frutta che viene prodotta. I cambiamenti climatici mettono quindi a rischio la tenuta delle colture in particolare della frutticoltura in zone come quella di Cuneo in cui buona parte del tessuto economico ruota proprio intorno alla frutta.
Per riuscire a valutare se e quanto le gelate improvvise che hanno portato la temperatura a scendere sotto i meno 4 ci sarà bisogno di tempo. Perché i danni ai fiori molto spesso non sono immediatamente visibili ma si trasformano nel giro di qualche giorno o al massimo di qualche settimana in fiori che marciscono, avvizziscono e cadono. Secondo Ribotta al momento i danni che si possono calcolare sono in particolare proprio alle piante di pesco, ai susini e agli albicocchi.
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