Quando è nata la coscienza umana? C’è sempre stata oppure si è generata da un evento ben preciso? La possibile risposta sta in una teoria.
Chi siamo? Dove andiamo? Da dove veniamo? Queste sono le cosiddette domande esistenziali che non possiamo fare a meno di porci ma che, allo stesso tempo, non sono destinate a trovare risposte certe. Eppure queste domande non ce le siamo sempre fatte, anzi, secondo una teoria evoluzionistica a dir poco interessante l’autocoscienza si sarebbe sviluppata nell’uomo solo 200mila anni fa, cioè nel passaggio da homo erectus a homo sapiens, quando le dimensioni del nostro cervello raddoppiarono, e in seguito a eventi ben precisi.
Ma andiamo con ordine: a fornire una possibile origine della nascita della coscienza umana ci ha pensato una teoria, detta Teoria delle Scimmie Ebbre, proposta dall’etnofarmacologo Terence Mckenna, che ha dedicato la sua vita allo studio delle sostanze e dei rimedi tradizionali usati nelle diverse culture nell’arco della Storia.
La Teoria delle Scimmie Ebbre vuole spiegare la nascita della coscienza umana
Secondo quanto proposto dallo studioso, nel passaggio a homo sapiens avrebbe giocato un ruolo fondamentale la psilocibina, un principio attivo contenuto in funghi psichedelici che nascevano dallo sterco dei bovini. Ma come facevano scimmie e bovini a trovarsi nello stesso habitat? In seguito alla desertificazione delle foreste tropicali africane, le scimmie furono costrette a scendere dagli alberi per spostarsi nelle praterie.
Lì svilupparono la capacità di muoversi su due zampe, specialmente per rincorrere le prede di cui nutrirsi. Secondo questa teoria, dunque, il consumo di questi funghi avrebbe provocato nelle scimmie ormai bipedi la nascita di empatia, cognizione del sé, ma anche del pensiero proiettivo che ha portato alla creazione di miti e divinità.
Salto cognitivo da homo erectus a sapiens: come lo spiega Mckenna
Ma non solo, poiché il consumo dei funghi, stando a Mckenna, avrebbe comportato anche lo sviluppo del linguaggio, un aumento del desiderio sessuale che ha favorito la riproduzione e la mescolanza genetica, nonché un miglioramento della vista che ha portato allo sviluppo di tecniche di caccia migliori.
Non abbiamo certezze rispetto alla Teoria delle Scimmie Ebbre, né per quanto riguarda la sua veridicità né per la datazione, eppure si tratta di un’ipotesi alquanto interessante. Il problema principale sta nella sua semplicità: spiegare un passaggio così complesso come quello di un salto evolutivo della specie con un singolo evento sembra piuttosto inverosimile, eppure Mckenna ne era convinto!