In Danimarca dei bordelli choc con animali. Si è parlato molto di questa notizia, che ha fatto il giro della rete. In realtà ci sarebbe da chiedersi se tutto ciò che è venuto fuori corrisponda a verità o se si tratti soltanto di una bufala. Per chi cercasse di fare una sorta di ‘geografia’ del maltrattamento sugli animali, in realtà ci sarebbe davvero un gran da fare, considerando che ovunque non si smetterebbe di assistere a un continuo squallore basato sulla violenza a discapito di esseri indifesi, che non possono ribellarsi alla legge degli uomini. Cambierebbero le culture, cambierebbero i valori, cambierebbero i colori, ma il sopruso alla base sarebbe sempre lo stesso, e sarebbe universalmente ‘umano’.
In questo caso sarebbe la Danimarca ad essere sotto l’onta della vergogna sociale. Un Paese che di sicuro in molti casi viene stimato per la sua evoluta organizzazione. Ma, a quanto pare, laddove gira il denaro non si fermerebbe la vergogna, ed è così che nella nordica Copenaghen sorgerebbero i bordelli animali, ossia dei luoghi in cui i clienti pagherebbero per fare sesso con innocenti di altre specie. Internet galvanizzerebbe questo sporco mercato, alimentando la bassezza di individui che diventerebbero clienti di questa pratica in cui non è la morale ad essere calpestata, ma il rispetto di esseri non consenzienti. Questo sarebbe uno stupro legalizzato. Se quanto riportato non fosse bastato a disgustare chi, con sanità mentale, nutre rispetto verso gli esseri viventi, si segnala anche un’intervista che è stata fatta dal web magazine vice.com a una prostituta ucraina di nome Anna che è residente in Olanda. La donna afferma di allevare cani educandoli al sesso. La donna parla in modo davvero rivoltante dell’addestramento in questione, vantando il modo in cui i cani, educati, hanno amplessi con i clienti. E candidamente afferma che “Ci sono recinti appositi per i cani e scantinati adibiti al sadomaso. Sembrano i posti in cui la Gestapo torturava la gente”. L’intervista è reperibile a questo link.
E’ difficile riuscire a comprendere quanto queste affermazioni possano essere vere. Si tratta, infatti, di vicende che vengono suffragate dal loro girare sul web. Ma su internet si trovano informazioni contrastanti a questo proposito, perché, se da un lato c’è chi assicura che tutto ciò corrisponda a verità, dall’altro c’è anche chi mette l’accento sul fatto che si tratterebbe tutto di una bufala. E’ venuto fuori anche che la notizia, che poi in realtà si rivelerebbe falsa, sia stata messa in giro da un sito che recepirebbe le influenze della Destra norvegese, di certo non favorevole alla Danimarca. Forse tutto il caso è sorto proprio da un articolo pubblicato con l’intenzione di mettere in cattiva luce la Danimarca stessa? Della questione ci si è occupati anche nell’ambito di un’interrogazione parlamentare di qualche tempo fa, che ha preso in considerazione le conseguenze giuridiche della zoorastia in Europa. Nel nostro Paese, in particolare, vige la legge 189/2004, che, in caso di maltrattamenti, riconosce gli animali come soggetti di diritto passivo. E’ prevista come pena la reclusione da 3 mesi a 1 anno. Inoltre al colpevole può essere commissionata una multa, che va da 3.000 a 15.000 euro. L’Unione Europea ha, quindi, posto attenzione sul problema, per cui non si capisce fino in fondo come in Danimarca possa essere lecito quello che a tutti gli effetti si configura come una forma di sfruttamento sessuale.
(Foto di Bryan Clayton)