Si tratta di una scoperta sensazionale: in Danimarca è stato ritrovato uno dei più grandi tesori di inestimabile valore che cambierà il corso della storia.
Alcune scoperte archeologiche avvengono dopo decenni di intenso lavoro sul campo, perlustrazioni e studi accurati da parte dei ricercatori. Altre invece si materializzano all’improvviso davanti agli occhi increduli di scienziati o ricercatori che si trovano davanti per caso oggetti del passato che non credevano possibile riportare alla luce del sole. È il caso dell’ultimo rinvenimento svelato in Danimarca da due vecchi amici e archeologi dilettanti in un campo a Jelling. Mentre camminavano con il loro metal detector, hanno scovato quello che è stato ribattezzato “tesoro di Vindelev”. Questo contiene ben 800 grammi di oro vero e vari medaglioni con iscrizioni in una lingua mai viste prima.
Il tesoro scoperto in Danimarca apre le porte ad un vero e proprio rifacimento della storia antica. Sono stati infatti rinvenuti assieme all’oro (monete romane trasformate in gioielli e monili) anche dei grandi medaglioni, il tutto scovato nel villaggio di Vindelev, nello Jutland centrale. Quello che è stato soprannominato come “Vindelev Hoard” potrebbe essere stato sepolto 1.500 anni fa, per proteggerlo dai nemici (o forse per placare le ire degli dei). Una scoperta che retrodaterebbe la storia della mitologia norrena di ben 150 anni prima rispetto a quanto si credesse.
Jelling si trova nell’isola di Jutland da molti studiosi considerata la culla della civiltà vichinga. dove è possibile ancora visitare sepolcri, resti di abitazioni e altari votivi. Qui aveva sede la corte di Re Gorm il Vecchio, capostipite di una piccola comunità ancora esistente oggi sul territorio. Nel 1994 il paesino è stato anche inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Ciò che affascina di più della scoperta però sono le scritte rinvenute sui medaglioni. Come riporta la stampa locale, proprio queste scritte sono state riprodotte in matrici di bronzo. L’iscrizione runica corre da destra a sinistra e compare il nome del dio degli Aesir, Odino. Si legge “Egli è l’uomo di Odino”, con molta probabilità riferito forse al sovrano Gorm il Vecchio. Appare però anche il ritratto di un re (per ora sconosciuto) chiamato “Jaga” o “Jagaz”. Davanti al viso si notano una svastica e un semicerchio forse a simboleggiare il sole e la luna. Accanto al re un cavallo. Ora i manufatti sono esposti al Museo Nazionale di Copenaghen.
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