Sembrava che dopo aver eliminato il pericolo della discarica di Corcolle, Villa Adriana potesse ritenersi finalmente salva. Viste le numerose manifestazioni per i danni ambientali che quel progetto per lo smaltimento dei rifiuti avrebbero creato, si è riusciti a scongiurare il peggio. Ora però, arriva un altro problema nella zona. Si tratta di una nuova costruzione in ambito edilizio, che di ecosostenibile non ha proprio nulla. L’idea è del patron del Siena Calcio, Massimo Mezzaroma, che pensa di gettare 180 mila metri cubi di cemento nella zona, rischiano di far perdere a Villa Adriana la tutela come patrimonio ambientale dell’Unesco.
Al momento si resta in attesa dell’opinione del Tar del Lazio al riguardo e della commissione per l’ambiente, grazie ai ricorsi presentati dall’associazione per l’ambiente WWF e Italia Nostra. Anche l’Onu si dice preoccupata per la situazione e per i rischi che si possono creare nell’ambiente e nel territorio locale, a tal punto da meditare appunto di non riconoscere più Villa Adriana come sito del patrimonio dell’umanità.
La preoccupazione è decisamente tangibile e concreta, dato che il direttore del World Heritage Center dell’Unesco ha comunicato all’ambasciatore Maurizio Enrico Serra la propria opinione al riguardo, sottolineando il disaccordo con il Comune di Tivoli circa la lottizzazione. Nella missiva si sottolinea che la situazione è tenuta strettamente sotto controllo e che l’UNESCO la sta valutando attentamente in ogni suo potenziale sviluppo, anche se per ora non è stato portato come argomento critico durante la riunione annuale del Comitato del Patrimonio mondiale che si sta tenendo proprio in questi giorni a San Pietroburgo.
La situazione mette seriamente in difficoltà il nostro Paese e ci espone, inoltre, a un danno d’immagine non indifferente. Il caso di essere rimossi dall’elenco dei siti dell’Unesco è infatti un’eventuale rarissima e di certo di cui non andare fieri: si spera dunque che il Tar possa agire in modo consapevole e fermare questo scempio che non potrà che fare del male al nostro Paese, anche a costo di andare contro il diktat della Regione. È il Lazio, infatti, che ha classificato l’area con estrema nonchalance da paesaggio naturale a paesaggio naturale agrario, permettendo dunque l’edificabilità nonostante sia classificata come tra le aree a più alto rischio idrogeologico.
photo: avinashkunnath
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