L’acido lisergico dietilamide, comunemente noto come LSD, ha oltre ottant’anni di storia: quali sono i danni che può provocare all’ambiente.
Era il 1938, quando il chimico svizzero Albert Hofmann, lavorava presso la ditta farmaceutica Sandoz Laboratories, sintetizzò per la prima volta l’LSD, acronimo di acido lisergico dietilamide, ma non era a conoscenza dei suoi effetti sul corpo umano. Solo 5 anni dopo, per caso, ne sperimentò gli effetti sul proprio corpo. Oltre 80 anni di storia, dunque, per questa droga che negli anni ha avuto a che fare anche con delle sperimentazioni in ambito psicoterapeutico. La storia racconta che il chimico svizzero, il 19 aprile di 80 anni fa, sperimentò delle allucinazioni mentre tornava a casa in bicicletta.
Sebbene venne poi studiato per il suo potenziale terapeutico e creativo e sono tanti a sottolinearne i potenziali effetti benefici, l’LSD è vietato in gran parte del mondo e considerato una vera e propria droga. Del resto, gli esperti tossicologi sottolineano come sia noto per causare forti alterazioni della percezione, dell’umore e del pensiero, ovvero causa allucinazioni visive, uditive e sensoriali, oppure ancora cambiamenti fisici temporanei.
Tra le conseguenze temporanee per la salute, ci sono aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco, sudorazione, dilatazione delle pupille e tremori, anche se le conseguenze più gravi sono di natura psicologica, con effetti sulle funzioni cognitive e rischio di psicosi. Vuoti di memoria, disturbi dell’attenzione e del pensiero razionale, ma anche più gravi, come la schizofrenia in soggetti con problematiche preesistenti, sono tra le conseguenze dell’uso di LSD sul corpo e soprattutto sulla mente umana.
Chiaramente questo significa che sotto effetto di LSD, ma anche spesso in momenti lontani, vanno assolutamente evitate delle attività “normali” come ad esempio quella di mettersi alla guida. L’uso di queste sostanze, inoltre, implica la possibilità di avere esperienze di flashback o allucinatorie e psichedeliche, che come ovvio impediscono di portare avanti la propria attività giornaliera. Va infine ricordato che sebbene non dia dipendenza fisica, al contrario di altre droghe, l’LSD dà comunque una forte dipendenza psicologica.
In natura e nello specifico nella fauna marina, troviamo una specie di pesce che sembra dare gli stessi effetti dell’LSD: si tratta della salpa o “pesce dei sogni”, che è molto simile all’orata in rari casi appunto dà effetti psichedelici. Quando invece parliamo di LSD, spesso dobbiamo fare i conti coi potenziali danni che questa sostanza, come altre sostanze chimiche, produce all’ambiente circostante. Va subito chiarito che a oggi non sembra esserci alcuna correlazione tra danni all’ambiente e consumo di LSD, anche perché la maggior parte delle preoccupazioni ambientali è concentrata su sostanze chimiche prodotte dall’industria o utilizzate in agricoltura.
Possiamo però sicuramente affermare che l’LSD è una sostanza chimica e come tutte le sostanze chimiche può alterare il comportamento e la sopravvivenza degli organismi acquatici. Come inquina l’acqua, l’LSD potrebbe anche inquinare il suolo, influenzando la crescita delle piante e l’equilibrio degli ecosistemi terrestri. Non conosciamo poi l’effetto che può avere su altri organismi viventi, ma se consideriamo che li ha sull’uomo, non si può certo escludere che gli stessi effetti possa averli anche su insetti, animali selvatici o animali domestici.
Attraverso piante o animali contaminati, non è poi escluso che l’LSD possa anche entrare nella catena alimentare, arrivando fin sulle nostre tavole, senza che noi possiamo accorgercene. L’impatto negativo sarebbe dunque di natura gastronomica, anche per via di terreni agricoli o coltivazioni dove l’LSD sarebbe disperso. Si tratta di danni che non possono essere potenzialmente documentati in maniera precisa e inoppugnabile, ma che da anni continuano a fare discutere tutti.
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