Parte il progetto Hydra che ha l’obiettivo di produrre acciaio riducendo l’uso di carbone nelle varie fasi di produzione: in cosa consiste nel dettaglio.
Tra gli obiettivi principali di tante nazioni, per tutelare l’ambiente e la Terra, c’è la decarbonizzazione, ossia il processo che punta a ridurre le quantità di carbonio nei vari procedimenti di produzione così da diminuire le emissioni di anidride carbonica adottando sempre più fonti rinnovabili.
In quest’ottica è stato lanciato il progetto Hydra, coordinato da Rina, gruppo di certificazione e consulenza ingegneristica con sede a Genova, che prevede la riduzione della produzione dell’acciaio mediante l’uso di nuove tecnologie legate all’idrogeno.
Il progetto, dal valore di circa 88 milioni di euro e dalla durata di sei anni, è stato sottoposto al vaglio della Commissione Europea che lo ha approvato a settembre dello scorso anno.
I livelli di inquinamento atmosferico che si registrano a livello globale preoccupano sempre di più le istituzioni e gli esperti: i danni dell’aria contaminata non riguardano solo l’ambiente, ma anche la popolazione che, esposta a sostanze inquinanti, può contrarre numerose patologie anche mortali.
Ogni anno, secondo le ultime statistiche dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), solo nei 53 paesi della regione europea dell’Oms, si registrano 1,4 milioni di morti per cause legate ad inquinamento e cambiamento climatico.
Per cercare di limitare questi gravissimi danni, le istituzioni si stanno impegnando con diversi strategie e interventi. Tra questi rientra la decarbonizzazione per ridurre sino ad eliminare l’uso del carbone per passare a fonti rinnovabili. In tale direzione anche il progetto Hydra, coordinato da Rina e approvato dalla Commissione Europea nel 2022.
Cosa prevede? Finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU per un valore di 88 milioni di euro ed una durata di 6 anni, Hydra ha l’obiettivo di realizzare una piccola acciaieria che produrrà senza l’utilizzo del carbone, ma sperimentando tecnologie all’avanguardia che sfruttano l’idrogeno in ogni fase.
In tal modo, si ridurranno sensibilmente le emissioni di anidride carbonica nell’aria. Secondo le stime, ad oggi per ogni tonnellata di acciaio prodotta si rilasciano nell’atmosfera circa 1,63 tonnellate di CO2, grazie all’iniziativa di Rina, però, queste quantità scenderebbero a qualche chilogrammo.
La mini acciaieria, come indica lo stesso gruppo di certificazione e consulenza in un comunicato, verrà realizzata a Castel Romano, dove Rina ha il proprio Centro Sviluppo Materiali (CSM). La sua costruzione, a cui lavorerà un team composto da 120 ingegneri, dovrebbe essere terminata nel 2025.
Gli impianti, secondo le stime, avranno la capacità di produrre, grazie all’idrogeno, una quantità di acciaio sino a sette tonnellate all’ora e un totale di circa 10mila tonnellate all’anno.
Si tratterà, inoltre, della prima iniziativa al mondo di piattaforma indipendente che sarà a disposizione di ogni attore della filiera, i quali potranno contribuire al progetto. Infine, è prevista anche la realizzazione di un centro per i test e la qualifica di materiali e componenti per trasportare e stoccare idrogeno, ma anche un polo per la formazione sulla sicurezza nell’uso di tecnologie per la decarbonizzazione.
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