Decreto caro voli, alle compagnie aeree UE non piace

A metà estate è stato siglato il decreto sul contenimento delle tariffe di alcuni voli nazionali. Le compagnie aeree UE lo considerano una violazione dei loro diritti.

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Tabellone dei voli (Foto da Canva) – Ecoo.it

Il caro prezzi sui voli è ormai realtà assodata e testata da chiunque tenti di prenotare una tratta a ridosso della partenza. Il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha registrato nello scorso mese di maggio un aumento medio delle tariffe pari al 37,3% rispetto all’anno precedente. Cifra che sale oltre il 40% se si parla di voli nazionali. Lo scorso 10 agosto è stato approvato il decreto legge 104 in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici, finalizzato alla tutela dei clienti. L’articolo 1 è stato dedicato in maniera specifica alle tariffe sui voli aerei.

Il Garante nazionale sui prezzi ribadisce la grave situazione italiana. In particolare i voli verso Sicilia e Sardegna, a ridosso della partenza, possono aumentare fino al 70% rispetto alla settimana precedente. E qui si entrerebbe in una condizione al limite della speculazione. Solo che queste politiche sono consentite dal libero mercato europeo e dalla facoltà delle compagnie di poter decidere le tariffe a loro piacimento.

Le compagnie UE dicono no al decreto caro voli

Il decreto chiamato caro voli inserisce dei divieti sugli aumenti delle tariffe aeree. Ma solo in determinate situazioni. In particolare sono coinvolti i voli verso e da le isole. In questi casi le politiche attuate di tariffe dinamiche sui voli, in base ai tempi di prenotazione, saranno vietate. Questo a condizione che si tratti di voli nazionali di collegamento con le isole, nei periodi di picco della domanda, come ad esempio l’estate.

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Ryanair (Foto da Canva) – Ecoo.it

Il divieto si estende anche alle condizioni di emergenza nazionale, come è stato per la pandemia. È vietato inoltre vendere un biglietto ad una tariffa superiore al 200% in base alla media dei voli. A questi divieti si aggiunge quello dell’utilizzo degli algoritmi per la profilazione dell’utente. Le compagnie aeree UE, anche se non coinvolte direttamente, sono preoccupate del fatto che questo caso possa costituire un precedente che metta degli ostacoli alla definizione autonoma delle tariffe, finalizzata ad ottenere il massimo del profitto. Di conseguenza interpellano la Commissione europea per stabilire se il decreto italiano in qualche modo violi i diritti delle compagnie di definire tariffe e servizi a proprio piacimento.

La sostenibilità delle tratte low cost

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Attesa davanti al nastro bagagli (Foto da Canva) – Ecoo.it

Senza dubbio la tutela dei prezzi è un’operazione necessaria per evitare le speculazioni. Affianco a questa la Commissione europea ed il Governo italiano dovrebbero riflettere maggiormente sull’impatto che il low cost, e di conseguenza il turismo di massa, ha sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. Da una parte il decreto caro voli è una tutela per i clienti, dall’altra dovrebbe tutelarli anche nella veste di cittadini che subiscono in continuazione gli effetti del surriscaldamento globale.