Cina e Brasile si accordano sulla deforestazione, resta fuori dall’accordo l’intesa sui finanziamenti cinesi allo sviluppo delle rinnovabili del Brasile.
Perché Pechino e Brasile devono trovare un accordo? Semplice: l’Amazzonia va protetta. Pechino importa il 79% della soia e il 52% della carne bovina dal Brasile, ragion per cui Xi Jinping ha dovuto per forza di cose scendere a patti con il presidente brasiliano Lula da Silva, eletto in seguito alla presidenza di Jair Bolsonaro e alla sua agenda anti-ambientalista. L’attenzione posta dal presidente Lula è tutta concentrata sulla tutela dell’ambiente.
In particolare un occhio di riguardo sarà riservato all’Amazzonia col tentativo preciso di rallentare il processo di aggressiva e continua deforestazione cui la macchia verde è stata sottoposta negli anni. In particolare saranno applicati rigidamente i protocolli anti esportazioni e importazioni illegali. Sotto Bolsonaro la deforestazione in Brasile era più che caldeggiata: nonostante la distanza, Pechino esercitava sul fenomeno una influenza diretta.
Uno dei punti essenziali riguarda l’azione concordata nei forum internazionali con i paesi in via di sviluppo sulle questioni relative al clima. La richiesta unanime è quella di finanziamenti per progetti che incentivino lo sviluppo sostenibile. E’ stato inoltre siglato un accordo sul monitoraggio via satellite della situazione disboscamento per garantire un maggiore controllo.
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