Legambiente lancia l’allarme sulla situazione, ma allo stesso tempo ha messo a punto una campagna per avviare il recupero e la tutela ambientale di Paestum. Il nome della campagna è Paestumanità. In maniera specifica si tratta di un progetto che punta sull’azionariato sociale, in modo che i terreni di Paestum possano essere acquistati, per poi preservarli come patrimonio ambientale e archeologico di gran conto.
Per il momento lo Stato detiene la proprietà solo di poco più di venti ettari di terreno, mentre tutto il resto (circa 100 ettari) è in mano ai privati, che lasciano tutto nell’incuria e contribuiscono alla deturpazione delle rovine archeologiche. Addirittura sue queste ultime sono state impiantate anche delle coltivazioni.
Legambiente è intervenuta nella persona di Lucio Capo, responsabile locale della nota associazione ambientalista. Lucio Capo ha voluto sottolineare: “Si tratta di un patrimonio che appartiene al mondo e al mondo chiediamo di venire qui a Paestum a rendersi cosciente di avere questo tipo di proprietà”.
Tutti dovremmo fare la nostra parte per sostenere un progetto volto alla salvaguardia di uno dei luoghi più interessanti del nostro Paese. Invece preferiamo starcene con le mani in mano, lasciando che il disastro aumenti e non rendendoci conto di come il tutto vada anche a nostro svantaggio.
È possibile che nessuno possa fare qualcosa per salvare Paestum? È possibile che in Italia non ci siano leggi adeguate per proteggere un luogo così importante dal punto di vista storico e dal punto di vista ambientale?
Ci sentiamo sconfitti di fronte ad episodi di degrado come questi. Di certo però bisogna puntare molto sull’informazione e sulla sensibilizzazione ambientale, per rimediare velocemente a tragedie di questo tipo.
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