Il déjà vu è un fenomeno davvero misterioso studiato dall’uomo decennio dopo decennio. Scopriamo come funziona e cosa è stato scoperto fin ora dalla scienza.
Che tu sia un appassionato del film “Matrix”, oppure lo abbiamo visto una sola volta, molto probabilmente ti sarà rimasta impressa la scena dedicata al déjà vu: nel primo film della saga del 1999, Neo vede due volte di fila lo stesso gatto provando la sensazione che viviamo tutti quando ci sembra che stiamo vivendo un evento già accaduto. A spiegare all’eletto cosa sia successo è la sua Trinity che gli svela come il déjà vu sia un errore nella Matrix, che si verifica quando qualcosa ha subito un cambiamento.
Se questa è solo la spiegazione narrata nella pellicola cult, in realtà potrebbe essere non così distante con quella che viene fornita dalla alcuni scienziati. Infatti in merito al déjà vu non esiste una spiegazione univoca su cosa sia, ma diverse supposizioni in merito a questo fenomeno misterioso di cui non si ha la certezza di cosa sia davvero.
Ti sarà capitato di percorrere una strada oppure parlare con qualcuno ed essere assalito da una strana percezione che ti porta a chiederti: “ma questa situazione non l’ho già vissuta?” Almeno una volta nella vita ti sarai imbattuto in questa strana circostanza e di certo avrai provato un po’ di inquietudine. Ma come mai si viene a verificare un simile fenomeno?
Il fenomeno del déjà vu affascina da secoli l’umanità, tanto che è oggetto di innumerevoli studi. Dalla fantascienza che lo associata alle vite precedenti oppure alle realtà parallele, secondo alcuni scienziati il déjà vu non sarebbe altro che un disallineamento nella modalità in cui percepiamo la realtà che ci circonda.
Se c’è un grande mistero intorno a questa particolarissima situazione, la certezza è che è molto diffusa. Si stima che circa l’80% delle persone almeno una volta nella vita l’abbia sperimentato. È stato Émile Boirac, psicologo francese, a coniare questo termine all’inizio del XX secolo, che in italiano significa letteralmente già visto, incarnando alla perfezione il sunto di questo fenomeno.
A studiare il déjà vu è stato nel 2016 il Dottore Akira O’Connor che ha portato avanti una sperimentazione su un gruppo di 21 persone riproducendo questo fenomeno, mentre i soggetti si trovano all’interno di una risonanza magnetica.
Quello che è stato provato è come il nostro cervello durante questa situazione nella sua parte frontale metterebbe al setaccio i ricordi per confrontare da un lato le esperienze davvero vissute e dall’altro quelle che si pensa solo di aver sperimentato (scopri qui cosa accade al nostro cervello in questa situazione particolare).
Un po’ come un computer, il cervello cercherebbe così di capire quelli che sono i falsi ricordi, mettendo in atto un meccanismo perfetto di memoria per riuscire a selezionare solo gli eventi davvero vissuti.
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