Rifare il tetto può essere di incombenza del singolo o di tutto il condominio. Prima di addentrarsi, ci sono pratiche burocratiche da espletare
I lavori di manutenzione degli appartamenti e degli edifici sono spesso messi a punto da singoli cittadini e supportati da incentivi del settore pubblico. In questo modo lo Stato delega al cittadino una cura, quella del parco edilizio nazionale, di cui si dovrebbe occupare personalmente. Ed in cambio mette e disposizione i bonus. Bonus tetto, bonus finestre, bonus eco, bonus energetico etc. Che si solito si traducono in detrazioni fiscali per gli interessati, che vedono un rimborso completato entro 5 o 10 anni. O l’alternativa è lo sconto in fattura. Tuttavia non tutte le ditte la propongono. Come fare quando si ha necessità di sistemare il tetto.
La prima differenza fondamentale è se il tetto è della casa di proprietà con un singolo proprietario o se è spettanza del condominio. Nel caso in cui si abbia l’appartamento in locazione, non ci si deve preoccupare delle spese. Il tetto fa parte della manutenzione straordinaria che è di competenza del proprietario dell’immobile, non del locatario.
Nel momento in cui il tetto deve essere sistemato, le motivazioni possono essere differenti. L’urgenza di interventi per la sicurezza dell’edificio; il miglioramento estetico; l’efficientamento energetico, come nel caso dell’installazione dei pannelli fotovoltaici. In tutti questi casi è richiesta l’autorizzazione del Comune di appartenenza. Se ci sono delle urgenze, come il rischio di un crollo imminente, le autorità provvederanno ad una messa in sicurezza degli abitanti. Nel caso in cui invece si tratti di pannelli solari, non è richiesto alcun permesso, in quanto fa parte della manutenzione ordinaria.
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Per fare una stima generica, si può dire che rifare il tetto può costare dai 150 ai 200 euro al metro quadro, escluse le spese per gli impianti e per la sicurezza, come i ponteggi o altro. La detrazione fiscale che un condominio o un singolo può richiedere va dal 50 al 75% del totale. Se si tratta di una ristrutturazione edilizia si ferma al 50 per cento. E può raggiungere il 75 per cento se a richiederla è un condominio.
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