Ultimamente si sente spesso parlare di carne stampata in 3D e carne sintetica, tanto che spesso si confondono queste due cose in realtà molto diverse tra loro.
A leggerne in giro per il web o a sentirne parlare in televisione dal ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, carne sintetica e carne stampata in 3D sembrano novità dell’ultimo minuto, di cui si sa ancora poco e niente. Eppure, in particolare quando si parla di carne sintetica (che sarebbe più consono definire carne coltivata), sono passati 30 anni dall’autorizzazione della FDA per il processo produttivo e 10 dalla creazione del primo hamburger.
La carne coltivata è infatti ottenuta a partire da cellule prelevate da animali vivi, poi alimentate con proteine che fanno crescere il campione di tessuto originario. Tale metodo di produzione porta a quantità di carne potenzialmente infinite: si stima che con 2 mesi di coltivazione si potrebbero addirittura ottenere 50mila tonnellate di carne.
Carne 3D: totalmente vegetale, adatta ai vegani
Eppure questo tipo di proteina animale è stato vietato in Italia, ufficialmente perché sembra impossibile ricostruirne il ciclo produttivo. O almeno ciò è quanto sostenuto da Lollobrigida, nonostante smentite e polemiche da parte dell’associazione Utenti e Consumatori APS, che ha messo in luce l’inesattezza di alcune dichiarazioni del ministro in merito alla carne sintetica.
Un discorso differente può invece essere fatto per la carne stampata in 3D: essa è un prodotto totalmente vegetale, adatto a vegani e vegetariani, derivato da legumi o cereali, oli, aromi, estratti, coloranti pensati per riprodurre la carne sia nell’aspetto che nelle proprietà nutrizionali. La carne 3D è dunque prodotta da un macchinario che sovrappone i vari ingredienti, conferendone una texture simile a quella della carne animale.
Carne sintetica vs. carne animale: l’impatto ambientale è incomparabile
Attualmente esiste un solo ristorante dove consumare carne stampata in 3D, mentre per quanto riguarda la carne coltivata essa è stata approvata solo negli Stati Uniti e a Singapore. Nonostante le aspre polemiche sull’abolizione della nomenclatura della carne per i cibi vegani, è ormai noto che la produzione di carne costi tantissimo in termini di consumo d’acqua ed energetico.
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L’impatto ambientale di carne coltivata e carne 3D, invece, è infinitesimale rispetto a quello della carne animale: basti pensare che produrre un chilo di carne costa 11.500 litri di acqua. E che il settore degli allevamenti intensivi è responsabile della produzione del 15% dei gas serra nel mondo.