Condizioni deplorevoli quelle nelle quali un gatto è stato condotto in una struttura, a causa dell’eccesso di pelo l’animale non riusciva più a muoversi
Molti gli animali randagi che riempiono le strade in tutto il mondo. Purtroppo le loro condizioni non sono delle migliori. Oltre a tentare di sopravvivere alla sete e alla fame, al freddo e al caldo, proteggersi dalla cattiveria dell’essere umano che troppo spesso si riversa su di loro, devono anche combattere con problemi fisici ai quali solo con un “supporto” porrebbero cavarsela.
Ed è proprio quello che serviva al gatto Mettie, un aiuto. Quando è stato condotto presso la SPCA della contea di York, gli operatori presenti non potevano credere a quello che i loro occhi stavano osservando. Il felino aveva il corpo ricoperto da una spessa e intricata massa di pelo che ormai era giunta ad impedirgli qualsiasi movimento, provocando un atroce dolore al povero animale.
“Un membro della comunità ha trovato Mattie ad Hannover nel novembre dello scorso anno e, fortunatamente, lo hanno portato al nostro rifugio. Mattie riusciva a malapena a muoversi quando arrivò allo York County SPCA” inizia così il racconto pubblicato dalla SPCA della contea di York sulla propria pagina Instagram “la massa spessa e annodata di stuoie tirava sulla sua pelle, causando a Mattie un dolore significativo. Era un ragazzo molto spaventato e ansioso, come probabilmente la maggior parte di noi sarebbe se fossimo in un tale disagio“.
“I nostri cuori pesavano così tanto per la sua sofferenza” viene confessato nel lungo post. Dopo l’arrivo del gatto il team medico ha immediatamente sedato l’animale per poterlo rasare completamente. Sarebbe stato impossibile poter procedere da sveglio, in quanto l’intricata massa di pelo era piena di nodi che per poterli rasare avrebbe provocato solo ulteriore dolore a Mattie. Una volta finito di liberarlo dal pelo, la massa tagliata era nettamente più grande rispetto al corpicino del gattino.
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“Il nostro team di cura degli animali ha lavorato duramente ogni giorno per garantire che Mattie guarisse dal suo trauma passato” prosegue il racconto “oltre alle cure mediche, gli offrivano affetto quando mostrava interesse, gli davano spazio quando ne aveva bisogno, fornivano socializzazione e arricchimento e lo aiutavano ad imparare a fidarsi degli esseri umani“. Con la costante presenza di persone che erano sempre pronte a mostrare all’animale che fosse al sicuro e che loro fossero lì per lui, piano piano con il passare del tempo Mattie è tornato in forze e anche il suo umore è decisamente migliorato.
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Oggi Mattie ha trovato una famiglia tutta per lui, in un assistente veterinario e vicepresidente di un canile di Pittsburgh, che non appena ha letto la sua storia e dopo la perdita del proprio animale domestico, non ha potuto che decidere di prendersi cura di quel gatto che con poche foto gli aveva rubato il cuore.
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