Da anni le associazioni ambientaliste promuovono la messa a bando di un pericoloso fungicida, il dimoxystrobin, ma senza risultati
Il dimoxystrobin fa parte di una lista di 12 prodotti chimici utilizzati in agricoltura nell’Unione europea come pesticidi, diserbanti, fungicidi. Per questi si richiede da tempo la proibizione e sostituzione con prodotti alternativi. Fin dal 2011 la Pesticide Action Network (PAN), l’organizzazione che sostiene opzioni sicure e sostenibili in sostituzione di composti pericolosi, aveva caldeggiato lo stop all’uso di quei 12 prodotti.
Il dimoxystrobin è un fungicida della classe degli strobilurinici. In agricoltura si usa solo come fungicida per il controllo degli agenti fitopatogeni nel frumento invernale ed è efficace contro i funghi sulla superficie e all’interno della pianta, quale bloccante dei processi di respirazione cellulare.
Una nota della Pan afferma che il prodotto in questione è “uno dei pesticidi più pericolosi nell’UE classificato come probabile cancerogeno e tossico per la riproduzione, oltre che persistente nell’ambiente”. È considerato un prodotto altamente tossico, un fungicida valutato come un pericoloso composto che altera la funzionalità del sistema endocrino, con conseguenze sull’organismo di chi lo ingerisce e sulla sua prole.
Gli effetti sono pericolosi anche per gli esseri umani proprio per le conseguenze sul sistema endocrino. Come dichiarato dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, fin dal 2005. Eppure la Commissione europea attraverso la DG Sante (la Direzione generale della Commissione europea responsabile della politica dell’UE per la sicurezza alimentare e la salute e del monitoraggio dell’attuazione della normativa nel settore) ha prorogato l’uso del prodotto per il sesto anno.
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Le proroghe e i ritardi nelle valutazioni sono purtroppo una consuetudine da parte della Commissione europea. L’utilizzo di ben 136 pesticidi valutati come potenzialmente pericolosi per la salute umana sono stati prorogati nel 2021. Mentre solo in 10 casi, si è scelto di non rinnovarne l’uso. E le proroghe sono concesse anche per le sostanze considerate più pericolose.
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Di fronte tali decisioni sconsiderate la Pan ha presentato formale denuncia alla Corte di giustizia europea. Non si può che sperare in un esito positivo che riporti le istituzioni europee a un comportamento più responsabile. Attento verso l’ambiente e la salute umana.
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