[galleria id=”967″]Le conseguenze del disastro ambientale di Porto Torres si fanno sentire, anche perché prosegue l’inquinamento in Sardegna. Il combustibile finito in mare non sembra arrestarsi e la parte di esso che non arriva sulle spiagge depositandovi continua a muoversi in mare aperto, minacciando altre zone con un impatto ambientale terrificante. A causa delle correnti forti e della situazione meteo non particolarmente felice di questi giorni anche altri ambienti naturali rinomati sono a rischio. Numerosi i sacchi di plastica pieni di catrame raccolto dai volontari e dagli operai addetti ai lavori.
Tra l’altro si è verificato un caso in cui questi sacchi di plastica, non posizionati bene sulla spiaggia, hanno finito con l’essere stati portati via dalle onde, rendendo vani i tentativi fatti per arginare l’allarme ambientale. E’ evidente come il disastro ambientale di Porto Torres abbia provocato un ingente inquinamento con molti danni all’ecosistema. Le istituzioni locali hanno fatto presente che si tratta di una vera e propria emergenza ambientale nazionale, che non può e non deve essere sottovalutata.
Intanto continuano le azioni di pulizia e di messa in sicurezza delle coste, nelle quali si sta impegnando anche E.ON in collaborazione con gli enti e le istituzioni che si sono mobilitati. In particolare si sta portando avanti anche un’opera di pulizia di ciottoli e scogli e un utile monitoraggio in mare.
Era noto da tempo il fatto che in tema di inquinamento del mare le condizioni del Mediterraneo non sono ottime a causa della presenza di petrolio e plastica, ma adesso la situazione è precipitata. Gli esperti infatti fanno notare che in Sardegna si rischia di trovarsi d fronte a diverse forme di inquinamento: quello che interessa gli scambi gassosi, quello che danneggia uccelli e rettili marini e quello che riguarda il placton, il quale estende la contaminazione anche ai pesci nell’ambito della catena alimentare.