Il disastro di Chernobyl se lo ricordano praticamente tutti quelli che in quell’epoca ci sono stati, e e molti giovani nati dopo quel 26 aprile 1986 ne hanno sentito parlare almeno una volta. Si tratta dell’unico incidente nucleare della storia di livello 7 (ovvero il massimo) che ha letteralmente devastato l’Ucraina e contagiato mezza Europa. Sono passati quasi 25 anni ma non sembra essere trascorso un giorno: tutto è rimasto immutato, non è cambiato niente da quel tragico giorno di primavera che, invece, ha cambiato la storia.
Il bilancio delle vittime di Chernobyl parla di 68 vittime dirette e 4mila vittime dei tumori che sono derivati dalle radiazioni nucleari. Dal 2000 la centrale nucleare è chiusa (centrale sulla quale, ricorderete, si sta lavorando per mettere un tetto anti-radiazioni).
E poco distante, a 3-4 chilometri, sorge la cittadina di Pripjat: costruita nel 1970 per accogliere le famiglie dei lavoratori delle centrali, dopo il disastro nucleare è diventata una città fantasma. Persino la natura fa fatica a crescere rigogliosa, e quella che riesce nell’intento sembra essere destinata a non sopravvivere. Tutto questo è Chernobyl, un incubo destinato a durare molto, molto a lungo.
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