Nel maggio del 1953 al Bivio Santa Lucia (Verona) uno scontro tra due treni provocò la morte di quattro persone ed il ferimento di altre trenta: la ricostruzione della tragedia.
Fu di quattro morti e trenta feriti il bilancio del drammatico incidente ferroviario avvenuto nel pomeriggio del 26 maggio del 1953 all’altezza del Bivio Santa Lucia, a pochi chilometri dalla stazione di Verona Porta Nuova.
Qui, due treni, su cui viaggiavano numerosi passeggeri, si scontrarono improvvisamente: un impatto devastante che distrusse la locomotiva di uno dei due convogli e altri vagoni. Ripercorriamo le fasi della tragedia.
A distanza di soli tre mesi dal disastro consumatosi a Benevento il 15 febbraio 1953, un altro incidente ferroviario sconvolse il nostro Paese. Nel pomeriggio del 26 maggio, due treni entrarono in collisione al Bivio Santa Lucia, punto dove confluivano le linee di Mantova e Bologna sito a tre chilometri di distanza dalla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova.
Coinvolti nello schianto l’accelerato Verona Porta Nuova-Mantova ed un convoglio partito da Bologna e che avrebbe dovuto raggiungere il capoluogo di provincia veneto. Il primo, che viaggiava con alcuni minuti di ritardo, secondo quanto ricostruito, una volta giunto al bivio, centrò la fiancata del secondo treno. Dopo il violento schianto, la locomotiva del treno proveniente da Verona si ribaltò, mentre altri vagoni si distrussero completamente.
Sul posto giunsero alcuni mezzi di soccorso e le squadre lavorarono a lungo per estrarre le persone rimaste incastrate tra le lamiere. Purtroppo, per quattro di loro non vi fu nulla da fare se non constatarne la morte. Altre trenta rimasero ferite, alcune delle quali in maniera grave e trasportate negli ospedali della zona per ricevere le cure del caso.
Come da prassi, vennero avviate le indagini per stabilire con precisione cosa aveva provocato lo scontro tra i due convogli. Gli inquirenti verificarono che tutti i sistemi di sicurezza del bivio funzionavano correttamente stabilendo che l’impatto avvenne poiché il treno Verona Porta Nuova-Mantova non aveva rispettato il segnale di via impedita finendo poi contro il secondo convoglio. Il macchinista del treno venne rinviato a giudizio con le accuse di disastro e omicidio colposo plurimo.
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