Fu di cinque morti ed oltre 200 feriti il bilancio dell’incidente ferroviario verificatosi nella Galleria Cappuccini a Pozzuoli nel 1972.
Una calda giornata d’estate che non faceva presagire nulla di drammatico quella del 22 luglio 1972. Intorno alle 17:15, però, uno scontro fra due treni si verificherà nella Galleria Cappuccini, più precisamente tra le stazioni di Pozzuoli (Napoli) e quella di Cappuccini, quartiere di Pozzuoli.
Un terrificante scontro frontale che provocò la morte di 5 persone ed il ferimento di oltre 200 tra passeggeri e personale di bordo. Ingente il numero di soccorritori giunti sul luogo dell’incidente ferroviario che lavorò a lungo per estrarre dalle lamiere gli occupanti dei due convogli.
Ad essere coinvolti nell’incidente ferroviario un treno partito da Napoli, i cui passeggeri erano la maggior parte pendolari e avrebbero dovuto raggiungere Torregaveta, ed un convoglio che avrebbe dovuto fare il percorso inverso e a bordo di cui viaggiavano persone che facevano rientro dopo aver trascorso la giornata nelle località balneari flegree. I due elettrotreni, che contavano una capienza di oltre 400 posti, viaggiavano ad una velocità di circa 100 km/h sui binari opposti.
Purtroppo, intorno alle 17:15, i treni entrarono in collisione frontalmente all’interno della Galleria Cappuccini: le parti anteriori delle due motrici si trasformarono in un groviglio di lamiere. Furono allertati nell’immediato la Croce Rossa e i Vigili del Fuoco, centinaia di persone “scavarono” per interminabili ore, l’obiettivo era quello di poter portare in salvo più gente possibile. Alla fine si contarono 5 decessi ed oltre 200 persone ferite, alcune delle quali gravemente.
Poco dopo la necessità fu capire cosa aveva provocato il terribile impatto, le inchieste aperte furono due, la prima dalla magistratura, la seconda da parte dell’ispettorato della Motorizzazione Civile e dai dirigenti della Cumana. Fu immediatamente sottolineato che al momento dello schianto non vi era nessun guasto e fu, inoltre, evidenziato che il blocco automatico e gli apparati di segnalamento funzionavano regolarmente.
La causa del disastro ferroviario è da attribuire solo ed esclusivamente alla negligenza del macchinista del treno che continuava la sua corsa verso Napoli. Quest’ultimo non avrebbe rispettato la via impedita, ovvero il segnale rosso, dunque, avrebbe proseguito la marcia senza prestare attenzione all’ordine che doveva essere dato dal capo stazione.
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