Il disastro della funivia di Cavalese del 1976 u il più grave incidente di tale struttura verificatosi nel XX secolo in Italia. Torniamo indietro nel tempo, analizzando le vicende avvenute.
“Una tranquilla e rilassante gita sulle Dolomiti”. Questo era l’intento dei passeggeri che salivano sulla funivia di Cavalese il 9 Marzo 1976. Un’assolata giornata di quasi inizio primavera però si trasformò all’istante in una vera e propria tragedia. Ci troviamo sulle pendici dell’Alpe Cermis, stazione sciistica di Cavalese, a poco più di 30 chilometri dalla città di Trento.
Ben 42 persone persero la vita nell’incidente, di cui 21 tedeschi di Amburgo (in gita presso le montagne nostrane), 11 italiani, 7 austriaci ed un francese. Ma cosa successe specificamente? Quali furono le cause della tragedia? Facciamo un rapido balzo indietro nel tempo, rivivendo quei terribili attimi di paura.
Sono le 17:20 e la funivia sta affrontando una delle ultime corse della giornata. Ad un tratto però, senza alcun avvertimento, la fune portante della struttura cede, facendo crollare la cabina in un volo di ben 200 metri. Essa poi continuò la sua discesa ininterrotta per altri 100 metri verso la valle, fermandosi infine in un campo d’erba. Fortunatamente, l’altra cabina che viaggiava sulla fune e che era intenta a salire, risultava completamente vuota visto l’orario di chiusura dell’impianto.
L’inchiesta successiva rivelò che due funi di acciaio si intersecarono fra loro in modo che una ruppe nettamente l’altra. Inizialmente si presumeva che l’impianto di sicurezza, volto a spegnere il tutto in caso di incidenti, era spento. L’indagine però dimostrò tutto il contrario. La funivia sulle pendici delle Dolomiti era stata realizzata solamente 10 anni prima e doveva far fronte almeno a 30 anni di attività prima di un’ingente manutenzione.
Vi abbiamo detto che le vittime totali della tragedia furono 42 ma non vi abbiamo detto effettivamente quanti passeggeri viaggiavano nella cabina. Ve ne erano 43: Alessandra Piovesana, giovane ragazza milanese di appena 14 anni, riuscì quasi inspiegabilmente a sopravvivere all’incidente. Dopo una lunghissima degenza in ospedale, testimoniò l’accaduto agli organi competenti venendo risarcita per una cifra intorno alle 50 milioni di lire. Quando non è il tuo momento di andartene da questo mondo, non c’è nulla che può favorire questo processo.
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