Era il 21 Novembre del 1996 quando tutto ad un tratto, per le strade di Rio Piedras, a Porto Rico, si udì uno scoppio rumorosissimo: ecco cosa accadde nel disastro di Humberto Vidal.
Sono le 8.35 di un classico giorno di Novembre in quel di Porto Rico. Siamo nella capitale, a San Juan, nel quartiere di Rio Piedras. Tutto ad un tratto un rumore sordo, ad altissima intensità. Un frequentato edificio che ospitava negozi ed uffici esplode. Non crolla del tutto ma i danneggiamenti sono ingenti tanto che successivamente verrà demolito.
Il disastro prende il nome di “Humberto Vidal” poiché esso era il nome del negozio di calzature da cui è provenuta la primissima esplosione. Nella tragedia persero la vita 33 persone e 69 ne uscirono ferite. Inizialmente si pensò ad un atto doloso architettato da forze di liberazione nazionale. Tale ipotesi cadde immediatamente dopo a causa del non ritrovo di esplosivi o di materiali infiammabili.
L’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton dichiarò lo stato di emergenza per Porto Rico in modo che giungessero sul suolo aiuti federali in grado sia di aiutare i soggetti coinvolti sia di capire cosa fosse effettivamente successo. Si identificò una perdita di propano nei seminterrati della struttura. Dall’inchiesta stilata dalla National Transportation Safety Board emerse che moltissime persone avevano denunciato un forte odore di gas provenire dall’edificio nei giorni precedenti rispetto l’esplosione.
In realtà dopo le proteste dei cittadini erano stati fatti dei controlli: era stato però forato il pavimento (per trovare la perdita di gas) fino a 46 centimetri sotto terra quando in realtà la perdita era situata a 120 centimetri sotto terra. Inoltre questi tecnici avevano commesso un altro errore fatale: i rilevatori andavano accesi al di fuori dell’edificio mentre furono azionati all’interno, non ricavando ovviamente nessuna informazione utile.
L’azienda proprietaria della rete di gas respinse le accuse sostenendo che il gas potesse provenire dalla rete fognaria. L’ipotesi è stata immediatamente rigettata dalla forze competenti. Durante tutto il processo la ditta ha rigettato le accuse ma ha perso 101 delle cause intentate, ne ha patteggiate 725 fuori dal tribunale, e ha pagato 28 milioni di dollari americani di danni nel 2002. Il rapporto di indagine ha evidenziato evidenti mancanze nella formazione dei dipendenti da parte della ditta, che la San Juan ha promesso di migliorare
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