I vertici della British Petroleum sono arrivati davvero alla frutta: anche la sega circolare della nuova missione “Cut and Cap” ha fallito. Il petrolio sgorga come acqua di sorgente dalla falla creata nella piattaforma petrolifera, e non accenna minimamente ad esaurirsi. D’accordo, bisogna tentare tutto. Ma mi domando: cosa c’azzecca James Cameron (regista di colossi del cinema del calibro di “Titanic” e del più recente film in 3D “Avatar”) con la soluzione al problema? Forse quelli della BP pensano di poter cambiare l’epilogo di questa tragica vicenda interpellando un “mago” della cinepresa? Impossibile. Però Cameron potrebbe risultare, nel suo piccolo, molto prezioso. Scoprite il motivo.
Del fatto che una buona fetta di Hollywood si fosse mobilitata per placare il disastro, ne avevamo parlato. Evidentemente è necessario l’aiuto del pluripremiato Cameron, semplicemente perchè estremamente abile nelle riprese subacquee. Le acque del Golfo del Messico, insomma, potrebbero ospitare tutta la sapienza del noto regista che ci sa davvero fare con le riprese sottomarine e con tecnologie per dispositivi a distanza. Lo dimostrano gli anni passati dallo stesso Cameron a registrare ed esplorare il relitto del Titanic, ad oltre 4mila metri di profondità. Non proprio una passeggiata (anzi, una nuotata).
Due giorni fa è avvenuto un incontro tra il regista e una ventina tra ingegneri, scienziati, ed esperti, oltre ai rappresentanti dell’Energy Department, la Guardia Costiera e il National Oceanographic and Atmospheric Administration. Qualcosa bolle in pentola e potremmo vedere il buon Cameron sul “set”, stavolta reale. Speriamo di non dover preparare i fazzoletti come con Titanic!
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