La notizia è ufficiale: la macchia nera di petrolio ha raggiunto la terra, o meglio, la foce del fiume Mississippi. A questo punto, gli Stati Uniti hanno attivato lo stato di “calamità nazionale“. Perchè, lo ripetiamo nuovamente, questa catastrofe naturale è una delle peggiori degli ultimi cinquant’anni. Le prime tracce di petrolio in prossimità della costa sono state intraviste ieri, verso fine serata. Obama, di fronte a questa agghiacciante notizia, ha chiesto che le trivellazioni vengano sospese. Aggiungendo, inoltre, che “il petrolio è importante, ma la sicurezza è al primo posto“. C’è da giurarlo.
Il consigliere David Axelrod ha fatto sapere alla stampa locale che “Non è stata autorizzata né sarà autorizzata nessuna nuova trivellazione finché non scopriamo quel che è successo e se è successo qualcosa di unico e di prevenibile. Nessuna trivellazione in nuove aree andrà avanti finché non sarà stata fatta una revisione adeguata di quel che è successo alla Deepwater Horizon e quel che è proposto altrove“. Per la gioia delle associazioni ambientaliste contestatrici del piano energetico del Presidente. Dalla Casa Bianca, inoltre, fanno sapere che per contenere l’onda nera verrà mobilitato persino l’esercito americano.
In tutto questo trambusto mediatico, chiaramente, gli aiuti si stanno sprecando. Sono stati attivati in queste ore degli interventi tempestivi per tamponare, si tratta di due aerei militari che stanno sorvolando i cieli sopra il delta del Mississippi, pronti a versare sostanze chimiche sulla chiazza di carburante.
Aggiornamento flash: dal telegiornale fanno sapere che l’onda nera sta intaccando le coste dell’Alabama e della Florida, rendendo insalubre persino l’aria. Davvero agghiacciante. Vi segnaliamo il sito ufficiale che permette di seguire gli ultimi aggiornamenti sullo spostamento del petrolio nelle acque: www.Deepwaterhorizonresponse.com.
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