[galleria id=”809″]E’ accaduto un altro disastro ambientale. Stavolta vede coinvolti gli USA, più nel dettaglio a circa 70 Km dalle coste dello stato della Louisiana. Il 21 aprile scorso si è incendiata una piattaforma petrolifera della BP. Due giorni più tardi, è affondata nelle acque sottostanti. Un vero e proprio cataclisma di dimensioni epiche, del quale non si ha ancora una stima certa. Fortunatamente sono già state attivate le operazioni di salvataggio: sono stati mandati nelle profondità del mare dei robot sottomarini per ostruire le falle.
Sebbene gli aiuti siano stati tempestivi, le condizioni climatiche stanno ostacolando la buona riuscita degli interventi. Complice il maltempo e le acque agitate, la chiazza di petrolio si sta spargendo sempre più. Le prime analisi determinano che ogni giorno, nel fondale marino, si distribuiscono circa 1.000 barili di greggio (quasi 160mila litri). Una brutta vicenda che ricorda il disastro ambientale del nostro Lambro.
La fuoriuscita di quantità ingenti di carburante, come ben sapete, minaccia di apportare gravissimi danni all’ecosistema marino. Poco distante dal luogo del disastro, a circa 30 Km, c’è l’arcipelago delle Chandeleurs, un’oasi naturale rifugio per i pellicani e altri volatili nel periodo della deposizione delle uova. La macchia di petrolio si è già estesa su una superficie di 1.500 Kmq. Senza contare poi il bilancio dell’esplosione: 11 operai morti e 17 feriti, di cui 4 in fin di vita.
Immagini tratte da:
corriere.it
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