L’ultima trovata per contrastare la marea nera si chiama Static Kill, ovvero la missione definitiva (si spera!) per tappare in maniera assoluta la falla che ha causato la fuoriuscita ingente di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon di proprietà della British Petroleum. Static Kill, discendente dell’operazione Top Kill che nel maggio scorso ha miseramente fallito, raccoglie un’eredità infausta: 4,9 milioni di barili di petrolio riversati in mare per un ammontare di circa 780milioni di litri di carburante. Ecco come dovrà funzionare questo rimedio.
Static Kill, frutto di meticolosi studi di ingegneria, non si discosta molto dalla precedente missione Top Kill. Questo non significa che dovrà ripetere il fallimento, anzi. Secondo il piano sviluppato dagli uomini della BP, questo marchingegno dovrà iniettare un’amalgama di fango e cemento nella falla sottostante la piattaforma petrolifera, in modo da dirottare il greggio in un bacino profondo 4mila metri. Vi proponiamo un video in americano che spiega piuttosto bene come funziona Static Kill (al momento video italiani non ce ne sono, essendo una fresh news).
Per il momento, la compagnia petrolifera con i suoi metodi fallimentari è stata capace di recuperare 800mila litri di carburante. Questo punto a favore della BP, però, è stato prontamente compensato in maniera negativa dai danni derivati dalla dispersione di solventi in mare per sciogliere la macchia d’olio. Risultato: quelli che erano già dei gravi danni ambientali, ora sono diventati impietosi.
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