Quello che tutti temevano si sta avverando. Purtroppo gli aiuti non riescono a risolvere il problema: il petrolio si sta allargando a vista d’occhio. Le prime stime parlano di un arrivo della macchia d’olio sulle coste della Louisiana già entro sabato. Complice il maltempo e il mare particolarmente mosso, il carburante (che, lo ricordiamo, si è riversato nel Golfo del Messico dopo l’affondamento della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon di proprietà della British Petroleum) anzichè diminuire la portata, sembra appunto distenderla. Tanto da essere arrivata a 60 km dalla terra.
Il disastro ambientale, ormai, è dietro l’angolo. L’intero ecosistema marino della zona è in pericolo. Va inoltre detto che le persone che si trovano su un’altra piattaforma, la Ocean Endeavour, sono state indotte ad evacuare la zona onde evitare di venire a contatto con il petrolio. Mentre la polemica avanza, intanto, bisogna ricordare che alcune persone hanno perso la vita in questo tragico incidente.
La vedova di un operaio che stava lavorando sulla piattaforma il giorno del dramma, ha fatto causa alla BP, oltre che alla società svizzera Transocean e alla Halliburton. L’accusa è di “violazioni di numerose norme sulla sicurezza del lavoro“. Addirittura, come si legge dall’azione legale, “questi lavori sarebbero stati fatti con negligenza e potrebbero essere stati all’origine dell’esplosione“. Temo ci sia da crederci.
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corriere.it
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