È stato uno degli incidenti di folla che ha provocato più vittime nella storia: 769 morti durante il pellegrinaggio verso la Mecca. Questo fu il disastro di Mina avvenuto nel 2015. Ecco cosa accadde nello specifico.
La religione islamica si fonda su 5 pilastri: la testimonianza di fede, la preghiera, il digiuno, l’elemosina ed il pellegrinaggio soprannominato “Hajj“. Quest’ultimo obbliga ogni credente che abbia le possibilità economiche e fisiche di recarsi almeno una volta nella vita nella città sacra di La Mecca. Quest’ultima è situata nell’Arabia Saudita ed ogni anno ospita milioni di fedele intenti a visitare la moschea e la Ka’Ba (il cubo nero mostrato in foto).
I pellegrini, durante il loro soggiorno, alloggiano nelle città vicine alla Mecca. Una delle più famose è Mina, situata a circa 5 chilometri dalla destinazione finale. Proprio qui, all’incrocio delle strade 204 e 223, si verificò l’incidente di folla più mortale della storia dell’Hajj. Ecco cosa accadde quel 24 Settembre 2015.
Il pellegrinaggio alla Mecca è costituito da una serie di rituali. L’ultimo di questi è la lapidazione del Diavolo che avviene presso il ponte Jamaraat a Mina. Il rito consiste nello scagliare pietre contro i tre pilastri Jamrah. È considerato dagli islamici lo step più pericoloso in quanto gli spazi si restringono elevatamente e la calca di persone non è adatta per soggetti claustrofobici.
Torniamo però a quel 24 Settembre 2015: cosa accadde nello specifico? Tra le strade 204 e 223 si verificò una fuga di folla, dovuta a pretesti sconosciuti. Durante quei concitati attimi persero la vita 769 persone e 934 rimasero ferite. Questo secondo i dati riportati dallo stato saudita. Lo stato iraniano invece, forte rivale dell’Arabia Saudita, stimò oltre quattromila morti. L’Associated Press infine, agenzia di stampa internazionale, fissò le cifre intorno alle 2411 unità.
Il 18 ottobre 2015 iniziarono ufficialmente le indagini per decretare le responsabilità del disastro. Secondo alcuni testimoni oculari, la problematica sarebbe stata causata dalla chiusura della strada 206, costringendo i pellegrini a percorrere la strada 223 e scontrandosi con un flusso di persone che proveniva dalla strada 204. Da qui, si intensificarono le già precedenti tensioni tra Iran ed Arabia Saudita: entrambi gli stati puntavano il dito contro l’altro. Nonostante tutto questo, la nazione arabica non ha ancora rilasciato nessun risultato delle relazioni investigative perpetrate.
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